Verbale steso il 9 maggio 1707 ed autenticato dal notaio Nicola Camposelli che attesta il fatto miracoloso. Il documento originale è conservato presso l'Archivio di Montecassino.
Die nona mensis maii millesimo septicentesimo septimo, indictione decima quinta, in Terra Roccae Evandri, et proprie in platea publica, iuxta et cetera. Costituti personalmente in presenza di noi sottoscritti regio notaro giodice a contratto e testimonii in numero opportuno, il reverendo don Bartolomeo et il signor Domenico Rossini fratelli della Terra di Cervaro, il clerico signor Alessandro Conti della città di San Germano, Sabbato Rotunno della Terra di Fontana, Antonio delli Gigli della Terra di Galluccio, Antonio Caserta e Lorenzo Rossano di Pontecorvo, Francesco Cesarano della città di Nocera de Pagani, Nicandro Pecescia dello Puzzillo casale di Venafro e Benedetto Sarao della Terra di Marzano, li quali con giuramento hanno attestato in presenza nostra come hieri sera domenica otto del corrente maggio 1707: essendosi vociferato verso l’Ave Maria, che nella chiesa matrice di questa Rocca dove era stata portata in detto giorno processionalmente la statua del glorioso santo Rocco protettore della suddetta, la quale continuamente si detiene nella chiesa di Santa Margherita del Carmine, acciò con l’intercessione del medesimo glorioso santo protettore placasse l’ira di Dio sdegnata, per le dannose e continuate piogge di detto mese, e per gli altri flagelli, colli quali miserabilmente oppressi tutti l’habitanti in detta Rocca, dalla piagha, che detto santo protettore tiene sopra il ginocchio sinistro, usciva miracolosamente un liquore che scorreva per la gamba in basso; li suddetti testificanti costituti subito andarono dentro detta chiesa, et ogn’uno di essi in presenza del popolo ivi congregato, tutto piancente e contrito hanno visto et osservato più volte con gl’occhi proprii, che dalla detta piagha del suddetto glorioso santo Rocco protettore veramente scorreva un liquore, come se fusse manna e tutta la suddetta piagha stava bagnata di detto liquore, e fu verissimo, che scorreva per la gamba in basso, a tal segno, che si vedeva bagnata la fettuccia,che detto santo protettore tiene ligata sotto il ginocchio; onde tanto essi testificanti costituti, quanto tutto il popolo di detta Rocca, assieme con li reverendi sacerdoti di essa genuflessi e devoti hanno dato lode all’onnipotente Dio cantando il Te Deum, Iste confessor, et altre orazioni e sonando tutte le campane di detta chiesa, affinché con l’intercessione di detto glorioso e miracoloso santo protettore, si fusse degnata placare l’imminenti castighi di guerre, et altri infortunii, che da Dio ci sovrasta et cetera, proinde pro veritate tactis Scripturis iuraverunt et cetera. De qua quidam attestatione et cetera statim requisiti fuimus, vel de predictis unum, vel plura conficere deberemus instrumenta, nos igitur quia iusta pretendi non est denegandus assensus et cetera, ideo fiat et cetera, extendatur ad consilium sapienti set cetera, nomn mutata substantia factis et cetera. Unde et cetera. Praesentibus opportuni set cetera. Extracta est praesens copia a suo proprio originali sistenti in actis et prothocollis meis, cum quo facta collazione concordate t cetera, meliori tamen sempre salva. In fidem ego Nicolaus Camposelli a Rocca Evandri hic me subscripsi, et requisitus signavi. In fidem qui supra notarius manuu propria.
Dall'opuscolo "III Centenario del Miracolo di S. Rocco Protettore di Rocca d'Evandro - 8 Maggio 1707- 8 Maggio 2007" a cura di don Faustino Avagliano. © Pubblicazioni Cassinesi, Montecassino 2007
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