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Domenica 2 Marzo 2014 |
Ester Canzano (nata Chidini), per 41 anni maestra,
infermiera, assistente e guida degli abitanti
di Camino.
Lo scorso 12 giugno 2013 ho ricevuto nella casella info@roccadevandro.net il
seguente messaggio:
12.06.2013
buonasera
cerco notizie sulla maestra che ha insegnato a Camino dal 1920 al 1961
può essermi d'aiuto?
ringrazio
Ho risposto dicendo di aver inoltrato il messaggio a Ester, nipote della
suddetta maestra e dopo qualche giorno ho ricevuto questo messaggio:
17.06.2013
Buonasera,
Grazie per avermi risposto! Già alcuni anni fa inviai la stessa e-mail al
comune di Rocca, ma non ebbi nessuna risposta. Mi chiamo Luca Mori e sono un
maestro elementare di 45 anni di Volterra (Pisa). La chiami curiosità,
oppure come vuole Lei... ma io, nella mia vita, ho sempre inseguito dei
sogni... e tante volte utopie!Tra i tanti, soprattutto nel mio lavoro, c'è
stato l'ammirazione delle vecchie maestre che, fino ad alcuni decenni fa,
andavano ad insegnare nei posti più impensabili: poderi, montagna, piccole
isole... posti che si raggiungevano spesso solo a dorso di mulo con mille
disagi. Ho sempre cercato di coltivare queste piccole curiosità e, un giorno
(circa 13 anni fa!), mi sono trovato in mano (anche questa è un'altra
storia!) una rivista "Scuola Italiana Moderna" datata 1965. In questa rivista c'erano alcune pagine dedicate ai
"premi al merito educativo" di maestre appena entrate di ruolo o appena
andate in pensione che avevano avuto il suddetto riconoscimento.
Tra queste maestre c'era anche, cito testualmente, "la maestra Ester
Chidini, che ha svolto interamente la sua carriera, 41 anni di servizio, a
Camino di Rocca d'Evandro, una impervia frazione dove non c'era ancora acqua
corrente e luce elettrica. La Maestra si è presa cura di tutto il paese
facendo anche da infermiera all'occorrenza". Una realtà oggi scomparsa ma,
comunque, affascinante, almeno in un mondo dove, oggi, il superfluo è
all'ordine del giorno. Sinceramente, starei qui a scriverle delle ore ma non
voglio annoiarla ulteriormente. Come le ho già detto, forse sono un
cercatore di sogni oppure un folle idealista ma, sicuramente, invidio quel
mondo, oggi scomparso, dove i valori erano ben diversi da quelli di oggi.
Non pretendo che mi capisca; mia moglie, maestra pure lei, ce ne ha messo
del tempo per farlo! Se possibile, le chiedo di girare questa mia e-mail
alla nipote della Maestra, e rimango a Vostra completa disposizione per
quanto sopra.
La ringrazio per la sua disponibilità e mi scuso per questa mia strana
richiesta.
Cordialmente
Maestro Luca Mori
Classe terza "A" Scuola Primaria di Stato di San Lino in Volterra
PS:
come sono entrato in possesso di queste riviste??? In modo assurdo! Nel 2000
ero ospite a Partanna (Trapani) di una collega che mi portò a visitare i
paesi terremotati del Belice (terremoto del 1968). Nel paese di Salaparuta
vecchia, entrammo prima nella vecchia scuola e dopo in alcune case
diroccate; casualmente, dentro una di queste, che doveva essere la casa di
un maestro al tempo del terremoto, trovammo queste riviste. Ne prendemmo per
ricordo alcune copie ciascuno.
(Una copia della rivista credo sia disponibile presso l'archivio della
"scuola editrice" di Brescia.)
Ho inoltrato anche questo messaggio a Ester ed ho scritto alla casa editrice
La Scuola di Brescia per chiedere una copia dell'articolo e della copertina
della rivista citata dal maestro Luca Mori. Dopo qualche settimana la
gentilissima dott.ssa Annalisa Ballini da Brescia mi ha inviato copia
dell'articolo e della copertina della rivista (anche in formato cartaceo),
nel frattempo anche il maestro Luca Mori mi aveva spedito l'articolo.
G. Giovini
Di seguito quindi vi riproponiamo l'articolo integrale ed alcune foto
gentilmente concesse da Ester Canzano, nipote della maestra Ester Chidini.
Dalla rivista
SCUOLA ITALIANA MODERNA n. 22 del 01.07.1965
Casa Editrice La Scuola - Brescia
PREMI AL MERITO EDUCATIVO
Già altre volte avevamo letto le motivazioni dei premi
che la Fondazione aveva elargito nei precedenti undici anni di attività, ma
solo lì in aula, in presenza delle semplici figure che si presentavano al
pubblico, chiamate dalla voce commossa del segretario Italo Raggi, si aveva
la sensazione di ciò che significa in realtà l'espressione eroismo nascosto.
Una suora, un'anziana signora, poi un'altra, un'altra, un maestro... e
mentre veniva letta la motivazione si scorgeva in quei volti più l'imbarazzo
che l'emozione di essere sotto gli sguardi delle centinaia di persone che
gremivano la bella sala del Circolo della Stampa, a Milano. Un gruppo di
alunni di una scuola elementare aprì la cerimonia cantando l'inno di Mameli;
il Prof. Severino Pagani, presidente della Fondazione Premi al Merito
Educativo, portò il suo saluto e ricordò ai presenti la figura di Angelo
Colombo, che ideò e volle tenacemente l'istituzione di un tangibile
riconoscimento ai maestri migliori. Fu poi la volta del Provveditore agli
Studi di Milano, prof. Aldo Tornese, il quale mise in luce la fondamentale
funzione della scuola elementare in quest'epoca di crisi dei valori dello
spirito, e le responsabilità coscientemente accettate dalla categoria
magistrale di fronte ai problemi sociali e morali della civiltà attuale.
Rifacendosi alle parole del Ministro Gui, il prof. Tornese non esitò a
ribadire che la realtà della scuola si identifica nell'insegnante, e che il
vero insegnante è interprete di valori, guida per le coscienze, esempio di
vita. La riprova delle sue parole era lì presente, nell'umiltà talvolta
dimessa dei premiati, tutte persone che avevano fatto il loro dovere in
silenzio, senza mai chiedere per sé, chiedendo solo per gli altri, piccoli o
grandi. Per decenni Suor Clelia Colombo ha combattutto per le piccole
creature cieche e mute che ha raccolto attorno a sé; da alcuni anni Mirella
Karpati combatte la sua battaglia fra gli zingari; per 41 anni Ester Canzano
ha vissuto fra la popolazione di Camino di Rocca d'Evandro, maestra,
infermiera, assistente e guida di tutti gli abitanti... Questo aveva ben
avvertito il foltissimo pubblico che avvolse in applausi affettuosi, uno ad
uno, tutti i premiati. Alla cerimonia presenziarono, oltre al Provveditore
agli Studi, il Vice-prefetto in
rappresentanza del Prefetto, il Vice-sindaco di Milano, on. Meda, gli ex
Provveditori agli Studi proff. Lagomaggiore e Caminetti, il Vice-direttore
della Cassa di Risparmio. Avevano fatto pervenire la loro adesione il
Ministro Gui, il sottosegretario alla P. I. Badaloni, l'arcivescovo di
Milano, Card. Giovanni Colombo.
a. g.
Franca Brambilla - Trezzano Rosa (Milano) - 46 anni
di servizio.
Figlia del medico locale; il padre, per molti anni curò i corpi, e la
figlia, per tutta la vita, curò le anime in un piccolo borgo di contadini.
Il Comune e la popolazione, al completo, sono concordi nel collocare la loro
« vecchia maestra » su di un altissimo piedestallo di venerazione e di
gratitudine. Non si ritrasse mai davanti alle difficoltà, come l'andare a
scuola con una gamba infortunata; fu l'anima di ogni iniziativa scolastica:
patronato, risparmio, biblioteca, colonie marine e montane. Fuori scuola fu
l'angelo tutelare di tutti; trovò lavoro ai disoccupati, fu consigliera
ricercata, amata, ascoltata ed ubbidita in molte controversie; fu d'aiuto
per tutti i poveri, non solo con le buone parole, ma con interventi concreti
e rilevanti. Curò in modo particolare un bambino paralizzato « con la
pazienza di una santa » dice la mamma, e soprattutto, durante l'ultima
guerra, fu il centro di ogni attività a favore delle famiglie dei soldati
lontani. Una mamma scrive: « E' la persona più altamente quotata del Comune
per la sua missione adempiuta con tanto amore generoso, nella scuola e tra
la popolazione ». (Premio Provincia di Milano).
Mariano Camolese - Bergamo - 31 anni di servizio.
Educatore colto, diligente, di una attività instancabile e insuperabile.
Nella sua scuola si è preoccupato di risolvere il problema del collegamento
tra scuola e famiglie e, con intelligenti accorgimenti, è riuscito a farle
partecipare tutte alla sua opera educativa; le mamme degli alunni vengono
raccolte mensilmente in conferenze nelle quali il Maestro da spiegazioni e
richieste di ogni genere. La lettura delle semplici, spontanee,
entusiastiche lettere di queste mamme suscita un senso di viva commozione.
Nel plesso scolastico dove è capogruppo si occupa di tutto: della refezione,
della biblioteca; si distingue a favore del Patronato ed in tutte le
iniziative benefiche. Fuori scuola dà la sua preziosa attività, gratuita ed
entusiastica, all'Ente per la Protezione del Fanciullo, al Centro di difesa
della Gioventù, alla Campagna di assistenza ai pastorelli, al Patronato
Liberati dal Carcere. (Premio Cassa di Risparmio PP. LL.).
Ester
Canzano n. Chidini - Camino di Rocca d'Evandro (Caserta) - 41 anni di
servizio.
Arrivata con
la freschezza dei suoi vent'anni e con la grazia della gioventù, in una
scuola di montagna, priva di strade, di luce elettrica, di acquedotto, senza
medico, senza niente e nessuno che aiutava, vi rimase per tutta la sua lunga
carriera. In questa sede rimboccò le maniche e lavorò di lena:
fu educatrice benemerita, infermiera, assistente e guida di tutti
gli abitanti. Non anelò mai ad una sede migliore; sapeva quanto
sarebbe stato difficile trovare un'altra insegnante disposta ad
isolarsi in un paese montano, agreste e primitivo. Nella sua scuola
fu suora di una novella clausura ed in essa iniziò e concluse la sua
missione educativa, senza nulla chiedere e tutto donando. (Premio N.
N.).
Nella foto a sinistra la
maestra Ester Chidini con il marito Domenicantonio Canzano.
A destra mentre riceve il premio al
merito educativo dal vice Prefetto di Milano,
il 13.06.1965
I riconoscimenti ed i premi
ricevuti dalla maestra Ester Canzano (n. Chidini) - A sinistra l'attestato
e
la medaglia d'oro per i 40 anni di servizio
nelle scuole pubbliche e a destra l'attestato del premio
al merito educativo
ricevuto a Milano
Renata Carvin n. Giancovich - Padriciano (Trieste)
32 anni di servizio.
La sua carriera si svolse quasi interamente nelle piccole scolette
dell'altipiano carsico-triestino e poi, nel 1956, quando venne istituito a
Padriciano il grande campo che, in bruttissime baracche ospita gli esuli
dall'Istria, chiese ed ottenne di essere assegnata alla scuola istituita in
quel campo. Quante miserie morali e materiali ha conosciuto! Ma non si è mai
persa d'animo, ha affrontato con coraggio le situazioni più difficili, ha
saputo con la sua opera ed il suo esempio, col suo ascendente sui colleghi,
dare a quella scuola, di cui è fiduciaria, un tono di serenità e di ordine.
Oltre l'orario scolastico ha dato vita a corsi di taglio e cucito per le
ragazze del campo. Molte volte si è sostituita con generosità a S. Nicola ed
alla Befana affinchè anche i bambini più poveri avessero un po' di gioia e
di calore umano. Non ha mai voluto chiedere il trasferimento per altra sede
meno disagiata e meno eccentrica, dichiarando apertamente che resterà a
Padriciano finché l'ultima famiglia di profughi sarà sistemata In abitazioni
più civili e potrà riprendere un più normale tenore di vita. (Premio Ente
Naz. Ass. Mag.).
Suor Clelia Colombo - Fano (Pesaro) - 49 anni di servizio.
Insegnante in una scuola parificata per cieche e sordomute. Iniziò il suo
difficile magistero in tre stanze concessele in uso da una nobile famiglia e
con quattro bambine. L'opera della giovane suora desta l'interesse di tutta
la regione ed ella ottiene l'uso di tutto il palazzo. Ma un terremoto priva
le bimbe della loro residenza, con tanti sacrifici ottiene un nuovo rifugio,
ma poi la guerra porta all'occupazione della sede appena sistemata e le
bimbe sono nuovamente senza tetto. Suor Clelia non si abbatte, con una fede
incrollabile ed una ferma volontà riesce ad avere aiuti da ogni parte
d'Italia ed anche da oltre Oceano e nella nuova sede spaziosa, che
finalmente viene inaugurata nel 1955, la piccola suora, coadiuvata da altre
sorelle che operano in unione di mente e di cuore con lei, continua
instancabile la sua opera di Maestra e di Madre. Oggi, dopo lunghi anni di
lavoro intenso, ispira ancora fiducia e serenità in quelle bimbe che nel
grande silenzio fanno sforzi per far uscire dalla gola suoni inarticolati ed
in quelle che nelle tenebre cercano un raggio di luce. (Premio Rizzoli).
Anna Fonzi - Ortona (Chieti) - 42 anni di servizio.
Per 22 anni insegnò in piccole e disagiate frazioni di montagna, aiutando
con la sua assistenza morale, materiale e sanitaria gli abitanti di quelle
sperdute località. Durante l'ultima guerra fu coinvolta con la popolazione
nella battaglia di Ortona. Ebbe casa e scuola distrutte, familiari feriti:
si prodigò per i suoi alunni, particolarmente per due mortalmente colpiti.
Passò tutta una notte con questi ragazzi rimasti soli, aiutandoli sino
all'estremo delle sue forze e dando poi loro sepoltura. Incurante del
pericolo rimase per molti giorni ancora a curare ed aiutare una vecchia
paralitica, quasi cieca, abbandonata dai parenti: fulgido esempio di carità
cristiana. Ed ancora oggi, a 70 anni di età, cura la sistemazione di sue ex
alunne ed è di aiuto nel periodo più difficile della loro età. (Premio N.
N.).
Mirella Karpati - Bolzano - 15 anni di servizio.
Meravigliosa ed originalissima figura di maestra laureata. Rifiuta
l'insegnamento universitario che le viene offerto per dedicarsi
esclusivamente ai fanciulli zingari. Pubblica un'opera, tradotta in varie
lingue, che è il primo studio scientifico sullo zingarato in Italia e la
prima indagine sui problemi sociologici e pedagogici dei nomadi. E'
segretaria dell'Opera Assistenza Nomadi ed in tale veste partecipa a
congressi nazionali ed internazionali. Maestra di ruolo insegna in una
classe speciale per fanciulli zingari. Per la prima volta nel nostro paese
questi ragazzi frequentano regolarmente una scuola istituita appositamente
per loro. Una gente incivile, incolta, diffidente, ribelle e refrattaria
all'allineamento con i costumi e con le istituzioni sociali, si è evoluta al
punto da accettare anzi reclamare la scuola come strumento di formazione e
di graduale inserimento in forme regolari di vita. Tutto questo è merito
della maestra Karpati che occupa tutto il suo tempo libero per recarsi da
una carovana all'altra in diversi punti della provincia e della regione,
accostando pazientemente tribù e famiglie, parlando la loro stessa lingua,
usando la sua pazienza eroica per sfatare il pregiudizio che la
cultura è nemica ed insidiatrice delle tradizioni e degli usi del mondo
zingaro. Per favorire l'afflusso alla scuola dei piccoli nomadi ottiene da
una signora caritatevole il dono di un piccolo pullman che, guidato da uno
zingaro, raccoglie e porta gli alunni alla scuola. Istituisce pure, prima a
sue spese e poi con l'aiuto del Patronato, la refezione scolastica. L'opera
veramente eccezionale di questa Educatrice onora altamente la scuola
italiana e suscita l'interesse e l'emulazione di altri paesi europei.
(Premio Comune di Milano).
Lidia Lucidi n. Castellani - Arcinazzo Romano (Roma) - 42 anni di
servizio.
Iniziò la carriera in sedi disagiatissime, poi passò alle scuole
sclassificate dell'Ente delegato per le scuole dell'Agro Pontino, quindi a
Rocca Canterano, ad Affile ed ora ad Arcinazzo Romano. Ovunque fu un
luminoso faro che irradiava la fulgida luce della sua immensa carità
cristiana. Aiutò gli infermi, provvide al ricovero in collegio di alunni
bisognosi, curò gli ammalati, soccorse i poveri. La sua opera rifulse in
modo speciale durante la guerra: fu l'animatrice dell'opera di ricerca dei
prigionieri e di assistenza alla popolazione, procurando viveri, medicinali
e vestiario. La sua scuola era a pochi chilometri da Cassino e, quando la
guerra arrivò alla sua terra, aiutò ed occultò vari prigionieri alleati; per
molti mesi nascose in casa sua, dove erano già alloggiati ufficiali
tedeschi, un capitano irlandese provvedendo, in mezzo a tanta penuria di
viveri, al suo sostentamento. L'ufficiale poi, commosso dalla bontà della
Lucidi, si convertì al cattolicesimo. A lei va la stima, l'ammirazione, la
riconoscenza di tutta la popolazione della zona per i suoi meriti veramente
eccelsi. (Premio N. N.).
Soccorsa Marra n. Pirrottino - Brancaleone (Reggio Calabria) - 37 anni di
servizio.
Iniziò la sua carriera, diciassettenne appena, in una zona isolata di
montagna dove si arrivava soltanto a dorso d'asino su impervie mulattiere e
ove la vita aveva aspetti ancora primitivi, senza illuminazione, nè acqua
potabile, nè fognature, dove solo passione ed abnegazione, a costo di lotte
intime, in ambienti rozzi, con sacrifici continui, permettevano alla maestra
di svolgere il suo apostolato. Chiese ed ottenne, oltre agli alunni
l'istituzione di una quinta classe per consentire ai giovani che
desideravano arruolarsi nei Carabinieri o nella Guardia di Finanza di
ottenere la necessaria licenza elementare. Trasferita dopo parecchi anni in
località meno disagiate, continuò e continua tuttora, nella scuola e tra la
popolazione, la sua opera di assistenza materiale e morale, con dedizione
completa. Segno di particolare encomio l'aiuto che ella portò ad un ragazzo
poliomielitico, paralizzato alle gambe, che con le sue amorevoli attenzioni,
è riuscito ad inserirsi, senza complessi di inferiorità nella vita dei suoi
compagni. (Premio Associazione Casse di Risparmio).
Egeo Nocca - S. Uopo Vertunno di Chiaromonte (Potenza) - 27 anni di
servizio.
Da anni insegna in una pluriclasse di una frazione isolata ed economicamente
depressa, senza mezzi di trasporto. Vive sul posto per non distaccarsi dai
suoi alunni dopo le ore di scuola e per estendere la sua azione educativa
anche alle famiglie, mentre le sue condizioni di salute richiederebbero
clima più idoneo ed assistenza medica più immediata. Consapevole dello stato
di povertà dei suoi alunni, piccoli contadinelli di una zona priva di
risorse, assiste direttamente i più gracili, specie nel periodo invernale,
dando loro, a proprie spese, uova ed altre cibarie e prelevando dal suo
stipendio, ogni mese, parecchie migliaia di lire per rifornirli di
ricostituenti e di materiale di cancelleria Maestro di eccezionale bontà,
semplice, umile, ligio al proprio dovere sino all'eroismo, forgiatore di
anime nel vero senso cristiano della parola. (Premio Assolombarda).
Giuseppina Papandrea - Bono (Sassari) - 27 anni di servizio.
II Sindaco, scrive: « E' un'anima che sa parlare ad altre anime, un apostolo
che ha votato tutta la sua vita alla scuola!». Questa educatrice, con una
attività senza limiti, ha prodigato le sue energie, la sua intelligenza, il
suo cuore, le sue sostanze per affrontare e risolvere i problemi umani e
sociali dell'infanzia, della gioventù, delle famiglie, della classe
lavoratrice in una zona particolarmente depressa. Con sacrifici personali,
sospinta sempre da un'ansia missionaria, riuscì a dar lavoro ai disoccupati,
a dar casa a chi non l'aveva, a riportar la pace in famiglie discordi, a
dare agli orfani tenerezze materne, agli abbandonati e diseredati il
conforto della comprensione, a chi è caduto il perdono generoso che redime,
ai delusi e scoraggiati la solidarietà umana che dà speranza. Quando, nel
1944, l'ansia per i cari lontani e la carestia incombente per una invasione
di cavallette che radono al suolo il promettente raccolto, attanagliano con
morsa crudele gli animi, la Maestra non sta inoperosa, passa da una casa
all’altra per conoscere le situazioni particolari. Privandosi del suo, ed a
volte persino del necessario, tutto converte in pane, indumenti, medicinali.
La sua opera, nascosta e silenziosa, è difficile da individuare. « Solo il
cuore di Dio, nel quale affonda le sue radici può farlo! ». Cosi scrive il
suo direttore didattico, (Premio N. N.)
Neera Sabatini - Firenze - 37 anni di servizio.
Insegnante che, subito dopo la conquista del diploma magistrale erse
completamente la vista. Nella sua disgrazia dimostrò una forza d'animo
straordinaria ed una sorprendente capacità di ripresa e si dedicò
interamente all'educazione dei ciechi, suoi compagni di sventura. « La
scuola mi ha ridato la vita » disse, e fu Maestra impareggiabile,
instancabile per la sua scolaresca dell'Istituto dei Ciechi di Firenze. Dopo
alcuni anni, quando l’Istituto si trasferì in una nuova sede, lasciò i
piccoli per dedicarsi alle più grandicelle ed in questo campo, più intenso e
difficile seppe avvicinarsi con tatto, comprensione ed amore di sorella, di
compagna, di Madre, di angelo tutelare al suo « piccolo gregge » come lei
diceva, che è stato per molti anni lo scopo luminoso della sua vita. Tante
creature, sotto la sua amorevole guida, non si sono più sentite sole né
sconsolate, ma, attraverso la loro Insegnante, accomunata nella disgrazia,
hanno « visto » una limpidissima luce di rassegnazione e di bontà. (Premio
Comune di Milano)
Olinda Strato n. Zanazzo - Imperia - 38 anni di servizio.
Maestra dotata di superiore intelligenza, vasta cultura e completa dedizione
alla scuola. Prestò servizio volontario e gratuito oltre l'orario scolastico
in scuole per militari; tenne corsi di cultura e lezioni di ricamo per
fanciulle che non frequentavano più la scuola; organizzò e diresse corsi di
igiene alle madri degli alunni. La guerra, che nel 1940 era alle porte della
sua scuola, mise in luce le sue preclari doti organizzative ed il suo
coraggio. Le venne affidato, dal Comando delle FF. AA. dislocate nella zona
di Ventimiglia, l'assistenza ai profughi e specialmente ai bambini. Dopo
aver assolto in modo ammirevole questo suo incarico impegnativo e
pericoloso, riprese il suo lavoro di insegnante in una frazione di montagna,
nell'entroterra ligure. Il pericolo tornò poi sotto forma di rastrellamenti
da parte dell'esercito tedesco. Le famiglie, allora, si rifugiarono nelle
baite di alta montagna per evitare di essere prese in ostaggio. L'insegnante
seguì i suoi alunni ed istituì una scuola vagante sui monti, all'aperto,
nelle stalle, ovunque era possibile. Per questa sua opera cadde in sospetto
dei tedeschi e, unitamente ad una sorella, venne allontanata dai suoi
piccoli montanari, ebbe una sua casa di montagna distrutta, perdette gran
parte dei suoi beni. Anche nella sua nuova residenza continuò ad
interessarsi di bimbi che tratteneva come in una scuola all'aperto fornendo
loro gratuitamente quaderni ed i pochi libri che poteva trovare. Finita la
guerra riprese il suo posto ad Imperia dove insegna tuttora con passione ed
amore prodigandosi nelle opere assistenziali. Educatrice nel più alto e
vasto senso della parola tiene alto il nome ed il prestigio della Scuola
Primaria. (Premio Assolombarda).
Guido Ferruccio Vermiglio - Casale di Scodosia (Padova) - 40 anni di
servizio.
Insegnante che chiude in bellezza la sua meravigliosa carriera di Maestro.
Autodidatta profuse per un quarantennio le sue belle doti di costanza,
dedizione e sacrificio nell'opera educativa presso i bimbi del paese dove
egli è nato ed ha sempre insegnato. Anche nella sua qualità di Sindaco del
paese, carica che ricoprì per tanti anni, si adoperò per la valorizzazione
della scuola. Istituì e diresse il Centro di Lettura ed Informazione, fondò
la biblioteca magistrale. Durante l'occupazione tedesca si adoperò in mille
modi perché le scolaresche potessero continuare a frequentare le lezioni,
sia pure in locali di fortuna. Fu a capo del Comitato comunale pro
alluvionati del Polesine e provvide alloggio, vitto, vestiario ad un
centinaio di sfollati. Nel suo paese viene definito il « Maestro per
eccellenza » ed il solco da lui tracciato, non solo nella scuola, ma anche
nell'amministrazione pubblica, resisterà fino a che un suo scolaro rimarrà
in vita. (Premio Cassa di Risparmio PP. LL.).
Viaggi-premio a giovani maestri
Claudio Andreina - Cesiomaggiore (Belluno) — Ercole Arrigoni - Seriale
(Bergamo) — Rina Blanc Oyace (Aosta) — Matteo Bogo -Triches di Umana
(Belluno) — Clara Bongini - Fino Mornasco (Como) — Aldina Bonzaghi n. Boni
-Albinea (Reggio E.) — Maria Lidia Borgo - Castana di Arsiero (Vicenza) —
Francesco Calzone - Reino (Benevento) — Armando Campomenosi - S. Stefano d'Aveto
(Genova) — Alessandra Capriotti n. Volpi - Rossignano Solvay (Livorno) —
Antonietta Capirci n. Di Chiara -Latina — Giuseppe Cerqui - Vobarno
(Brescia) — Vincenzo De Villa -Longarone (Belluno) — Sabato Di Ponte -
Casalciprano (Campobasso) — Cesidio Fazio - Bisticci (Matera) — Francesco
Ferrato - Casalbuono (Salerno) — Antonio Galli - Priverno (Latina) — Andrea
Gallo - S. Ambrogio (Torino) — Vittorio Garofalo - Ponte Valleceppi di
Perugia — Alida Glazio - Merano ( Bolzano ) — Francesco Greco - Sannicola
(Lecce) — Cecilia Holzhauser - Samone (Trento) — Giambattista Imbelloni - S.
Chirico Raparo (Potenza) — Annamaria Labella - Miranda (Campobasso) — Livio
Morbidelli - Senigallia (Ancona) — Anna Lunati n. Mercatali - Genova —
Emilio Pezzaglia - Castelvetro (Piacenza) — Francesco Polimeni - Nicastro
(Catanzaro) — Giuseppe Riciotti - Nereto (Teramo) — Margherita Stabile n.
Leddo - Trapani — Ermanno Tonelli - Corropoli (Teramo) — Anacleto Zeni -
Barcellona (Spagna).
Un particolare ringraziamento
al maestro Luca Mori, "cercatore di sogni e ammiratore delle vecchie
maestre", che con la sua richiesta di informazioni ha fatto si che venisse
ricordata una persona degna di ammirazione e rispetto per l'impegno profuso
nell'educare ed assistere in vari modi la piccola comunità di Camino di
Rocca d'Evandro. Un
grazie alla Dott.ssa Annalisa Ballini e alla Casa Editrice La Scuola per
aver inviato l'articolo ed averne autorizzata la pubblicazione. Infine un
grazie va anche all'amica Ester Canzano che ha gentilmente concesso alcune
foto personali per questo articolo. (Giuseppe Giovini)