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Martedì 5 Maggio 2015 |
LE SOCIETÀ OPERAIE DI MUTUO SOCCORSO IN
TERRA DI LAVORO
Un
elemento importante della struttura organizzativa del movimento democratico
di Terra di Lavoro, dagli anni ottanta dell’Ottocento in poi, fu costituito
dalle Società di Mutuo Soccorso che assolsero a un rilevante compito sia nel
campo più specificamente assistenziale che in quello politico.
Furono gli anni dal 1879 al 1890 che videro un notevole incremento delle
Società Operaie in Terra di Lavoro. Si passò dalle 34 Società del 1879 alle
ben 148 del 1889 e determinante fu l’apporto degli ambienti democratici,
specialmente nella II Circoscrizione di Caserta. Le società operaie di Terra
di Lavoro furono influenzate dalle personalità alle quali erano legate.
Alcune società, infatti, erano dirette da uomini di “sentimenti liberali”,
altre avevano un carattere moderato-progressista e altre decisamente di
ispirazione democratico-radicale.
Direttamente legate agli esponenti del movimento democratico radicale di
Terra di Lavoro erano le Società Operaie di Pignataro Maggiore, costituita
il 13 aprile 1882, di Rocca d’Evandro, inaugurata il 16 agosto 1884,
di Visciano, inaugurata il 3 febbraio 1885, di Falciano, che costituitosi
nel gennaio 1885, dopo un mese annoverava ben 200 iscritti, di Carano di
Sessa, costituitasi nel febbraio del 1885, di Carinola, inaugurata il 9
giugno 1885, di Nocelleto il cui statuto reca la data del 9 giugno 1885, di
Mondragone del 20 dicembre 1885, di Pietravairano, ove già esisteva una
società operaia di diversa ispirazione, fondata nel 1882 dal deputato
Broccoli, e la cui società operaia di carattere democratico radicale fu
inaugurata il 9 maggio 1886, di Sant’Angelo in Formis che prese il nome di
Società Agricola e fu una filiale della Società Operaia Ettore Fieramosca di
Capua, fondata nella primavera del 1886. Furono costituite altre Società
Operaie di orientamento democratico radicale di cui non conosciamo la
precisa data di inaugurazione: quelle di Minturno, di SS. Cosma e Damiano,
di Castelforte, di Sant’Angelo d’Alife, di Bellona, di Casagiove e di
Caserta.A Capua le due società operaie erano già presenti nel 1882, quella
dei ” Campi Stellati” e quella della citata Ettore Fieramosca.
A tal riguardo, mentre la Società Opera Ettore Fieramosca conservò la sua
caratterizzazione democratico-radicale, quella dei Campi Stellati si
avvicinò gradualmente agli ambienti trasformisti della città del Volturno.
Gli uomini che diedero il loro determinante impulso alla costituzione delle
Società Operaie di ispirazione democratico-radicale in Terra di Lavoro
furono Michele Verzillo, Oreste De Carolis, Eugenio Pozzi, Antonio Gaetani e
Bartolomeo Scorpio.
La grande intuizione di Bartolomeo Scorpio( Pignataro Maggiore, 10 gennaio
1857- Pignataro Maggiore, 7 febbraio 1923) fu quella di unificare le varie
società operaie progressiste in un’unica organizzazione.
Tale caparbio, riuscito tentativo di Bartolomeo Scorpio procedeva di pari
passo con quello effettuato nel campo prettamente politico da parte degli
esponenti della democrazia radicale della II Circoscrizione di Caserta, a
partire dal 1882.
Con delibera dell’ 8 settembre 1882 Bartolomeo Scorpio, presidente della
Società Operaia di Pignataro Maggiore, gettava le basi del Consolato Operaio
Campano mirante a legare in un patto di fratellanza tutte le Società Operaie
di Terra di Lavoro, delineando le linee generali del programma in cinque
punti essenziali:
lega difensiva e offensiva tra tutte le Società Operaie; obbligo per ogni
Società confederata di prestare aiuto e soccorso al socio di un’altra
Società consorella; invito rivolto alle Società confederate a partecipare ai
lavori agricoli e industriali che una Società intraprendesse per conto suo;
mutua assistenza nelle disgrazie, nelle sventure, nelle aggressioni o in
qualsiasi altra calamità pubblica o privata del proprio Comune e in quelli
vicini; istituzione di un Parlamento regionale operaio.
Lo Statuto fu quello della Società Operaia di Pignataro Maggiore, con alcune
integrazioni chieste dalla Società Operaia Ettore Fieramosca di Capua. Al
Consolato Operaio Campano aderirono, oltre alla Ettore Fieramosca di Capua,
le Società operaie di Pietravairano, Casagiove, SS. Cosma e Damiano, di
Minturno, di Visciano, di Bellona, di Sant’Angelo in Formis, di Sant’Angelo
d’Alife, di Sparanise e della stessa Caserta.
Bartolomeo Scorpio fu eletto con votazione unanime primo Presidente del
Consolato Operaio Campano. La struttura organizzativa del Consolato Campano
era la seguente: ogni Società Operaia sceglieva tra i suoi soci effettivi un
deputato, che diventava componente del Consolato, e un vice deputato, che
collaborava col deputato e in assenza lo sostituiva. Le sessioni si tenevano
due volte all’anno( in primavera e in autunno e i loro lavoro erano
approntati dalla Società che in tale anno teneva la Presidenza del
Consolato.
Se qualche storico ha evidenziato che le Società Operaie di ispirazione
democratico- radicale di Terra di Lavoro non andarono oltre le concezioni
prettamente solidaristiche del riformismo borghese, tale critica ci sembra
eccessiva. Lo Statuto di Libertà e Lavoro di Pignataro Maggiore faceva cenno
alla tutela del lavoro e alla difesa del diritto degli operai.
Il confronto con il Consolato Operaio di Milano non è storicamente corretto,
in quanto in Terra di Lavoro non erano ancora presenti le idee del
socialismo, per cui erno privi anche solo accenni alla necessità di
agitazioni o scioperi.
D’altronde in quel momento storico la democrazia radicale si proponeva
esclusivamente di “innalzare la plebe al grado di popolo”.
Le società operaie non erano vere e proprie organizzazioni politiche, per
cui, nonostante si sostenesse da parte delle Società Operaie la tutela del
lavoro e i diritti degli operai, non ritroviamo alcun accenno a forme di
agitazione sociale.
Inoltre gli esponenti della democrazia radicale di fine ottocento erano
acerrimi avversari dell’Internazionale dei Lavoratori e Bartolomeo Scorpio
lo esplicita sul giornale ” La Civetta” del 20 maggio 1882. Egli sosteneva
che le Società Operaie erano forti di un principio eminentemente liberale in
termini storici, perchè innalzare al plebe al rango di popolo era
considerato già un buon risultato, nell’ambito di un’avversione ideologica
al marxismo.
” Innalzare a popoli turbe insane di plebe digiuna e stupida è rendere gran
servizio alla causa della libertà” scrisse testualmente Scorpio. In Terra di
Lavoro si poteva considerare un risultato soddisfacente tale primo grande
passo nel contesto storico-sociale di fine Ottocento, e chi lo scriveva
evidentemente lo scriveva con una certa consapevolezza della realtà
effettuale: era colui che aveva raggiunto il 33° grado nella Massoneria
italiana, quello più alto, dilapidando metà del suo patrimonio per tale
causa.
Angelo Martino