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Lunedì 10 Novembre 2014 |
Il preside Antonio Di Zazzo insignito della cittadinanza
onoraria
ROCCA D'EVANDRO - Ha fatto brillare il nome di Rocca d’Evandro in tutto il
territorio, grazie alla sua opera e alle sue doti umanistiche il preside,
Antonio Di Zazzo, è divenuto un pilastro per la comunità. E' per questo che
è stata presa la decisione di conferire al preside la cittadinanza onoraria,
un vero e sentito riconoscimento nei confronti della sua opera sia in campo
sociale che culturale ed artistico. A rendere omaggio a Di Zazzo, il sindaco
Angelo Marrocco che motiverà la cittadinanza e il professor Luigi Di Cioccio
che illustrerà ai cittadini la straordinaria biografia del preside, con
tanto di proiezione delle immagini di circa 100 opere di Di Zazzo. Il
preside nasce a Rocca d’Evandro, nella contrada Pecce Colli, il 14 febbraio
ma si trasferisce a Cassino a 5 anni quando segue i suoi genitori, Rocco e
Maria Assunta Mariano che decidono di lasciare il paese per consentire ai
propri figli di andare a scuola nella vicina Cassino. Dopo le elementari
frequenta la scuola triennale di avviamento professionale e consegue il
diploma senza alcuna possibilità di continuare gli studi. A Cassino, però,
esiste il Ginnasio Liceo Classico al quale riesce ad accedere. I primi
approcci sono disastrosi, ma lo studio ostinato, lo porta alla media
dell’otto che manterrà costante per tutti gli anni successivi. Allo studio
delle varie discipline associa la grande passione per il disegno, la pittura
e la scultura, che per lui sono momenti di svago ma anche una autentica
necessità di vita. Si diploma e si iscrive alla facoltà di Lettere e
Filosofia. A Rocca d'Evandro conosce il marchese Avvocato Guglielmo Verneau,
Sindaco di Rocca d'Evandro che lo trascina al Comune con la nomina di
Ufficiale dello Stato civile. Tutto procede nel migliore dei modi fino a
quando il Sindaco gli accolla anche l'incarico di Segretario. I problemi
diventano molto pesanti per il giovane all'oscuro di tanti maneggi, che a
quell'epoca, di scarsa ortodossia amministrativa, sono assai frequenti. Dopo
un tentativo di palese corruzione da parte di loschi individui a proposito
di un'asta pubblica rinuncia all'impiego e va a Cassino, dove è stato
riaperto il Liceo Classico. Chiede al Preside Fargnoli di poter insegnare
lettere. Il Preside che lo conosce gli sconsiglia quell'incarico, perché
sprovvisto di laurea, e gli offre quello di Segretario, che accetta. Nel
frattempo la sua passione per l'arte, disegno, pittura, scultura, non si
arresta. Realizza il busto del Carducci, che ancora fa bella mostra di sé in
quel liceo, scenografie per rappresentazioni teatrali e caricature,
specialmente di docenti, di cui si allestisce una esilarante mostra nei
locali dello stesso liceo. Laureato, continua ad esercitare le mansioni di
Segretario in attesa del bando di concorso per l'insegnamento. Da le
dimissioni da segretario per accettare una supplenza di insegnamento in una
prima media. Comincia così la carriera di docente fino alla nomina in ruolo
di italiano e latino al Liceo Scientifico di Cassino. Questi sono gli anni
in cui il fermento culturale a Cassino lo porta ad organizzare conferenze di
altissimo livello con autori del calibro di Pomilio, Prisco. Vengono fuori
così numerose opere in bronzo: il busto del primo sindaco di Cassino,
Avvocato Gaetano Di BIasio, del Senatore Restagno, tuttora esposti nel
comune di Cassino; dei Sindaci di Aquino, di Belmonte Castello, del Preside
Gioacchino Pellecchia esposto nel locale Liceo Scientifico; del Preside
della Scuola Media di Cervaro e numerose infinite sculture sparse in diverse
collezioni private. Dal Liceo Scientifico viene "rapito" per andare a
dirigere il nascente Liceo Artistico Cassino, che sotto la sua direzione
fiorisce. E' il periodo più bello ed esaltante della sua vita. Ha ora
l'occasione di incontrare e far conoscere agli alunni i nomi più illustri
dell'arte contemporanea: Manzù, Montanarini, Fontana, Mastroianni, Marini e
tantissimi altri. Allo scultore Manzù, nel suo studio, un'alunna del Liceo
chiede: “Maestro, Lei è molto famoso in tutto il mondo. Quanto Le è costata
tanta gloria?” Manzù, commosso e compunto, abbassa la testa e soltanto dopo
qualche tempo, con voce fioca e commossa, risponde: “Bambina mia, perché
vuoi farmi piangere?” Il che voleva dire quanto è duro e faticoso il cammino
dell'arte, e quelle parole furono un monito ed un insegnamento: mai e poi
mai avrebbe intrapreso il cammino di quell'arte che pur era, ed è, per lui
una vera ragione di vita. E fu così che sculture, ritratti, paesaggi sono
stati realizzati in tutto il corso della sua vita, senza alcun interesse
economico ma per il gusto del bello. Ha fatto il Preside del Liceo Artistico
fino al superamento del concorso a Preside della scuola media, con prima
nomina nella Scuola di Sant'Apollinare. Trasferito poi a Cassino, presso la
scuola media Gregorio Diamare, svolge lì le sue
funzioni fino al termine
della sua carriera. In prossimità del collocamento a riposo riceve un invito dalll'Abate di Montecassino, Mons. Dom Bernardo D'Onorio, il quale gli
chiede di istituire presso la sede delle locali Suore Benedettine, una
Scuola Media. La scuola viene creata e diretta con impegno e responsabilità.
Si afferma e cresce a vista d'occhio. Lusingato l'Abate gli propone di
creare anche un Liceo. Classico o scientifico? La sua è una scelta
particolare e del tutto innovativa. Istituisce un liceo classico con
programmi che si allargano in qualche modo anche alle discipline dello
Scientifico ed elementi di Diritto. Anche questa istituzione ha un immediato
e notevole successo. Rimane in quella scuola per quattordici anni,
nonostante le richieste di essere sostituito in quelle funzioni, data l’età.
A quasi 80 anni giunge da Roma una suora con i titoli idonei e conquista la
sospirata e tanto attesa libertà. Comincia così a frequentare con assiduità
il suo bel paese d'origine, Rocca d'Evandro, e si costruisce nella frazione
di Vallevona un piedatterra con un laboratorio dove può dedicarsi con
disponibilità alla scultura ed alla pittura. E' questo il periodo in cui
riesce a creare per amici ed istituzioni le sue opere migliori tra le quali
ci si limita a ricordare soltanto alcune e forse le più importanti: un
grande dipinto della Sacra Famiglia nella chiesa di Pratella, una scultura
della Cena di Emmaus, nella Chiesa di Pignataro Interamna, due sculture in
bronzo per la direzione dello Stabilimento del Polverificio di Fontana Liri,
un dipinto dalle dimensioni enormi, circa sei metri per tre, per la Cappella
privata del Prof. Dott. Luigi Di Cioccio, opera, questa, molto apprezzata
dal Cardinale Farina venuto di proposito da Roma per la benedizione
dell'opera e la celebrazione della messa nella stessa Cappella. Termina qui
questa memoria, in verità molto sommaria e compendiosa, oggi all’età di
novant’anni ancora continua a dare insegnamenti di Latino, di Arte ma
soprattutto di Vita.
Redazione L'Inchiesta Quotidiano