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Il preside Antonio Di Zazzo insignito della cittadinanza onoraria
ROCCA D'EVANDRO - Ha fatto brillare il nome di Rocca d’Evandro in tutto il territorio, grazie alla sua opera e alle sue doti umanistiche il preside, Antonio Di Zazzo, è divenuto un pilastro per la comunità. E' per questo che è stata presa la decisione di conferire al preside la cittadinanza onoraria, un vero e sentito riconoscimento nei confronti della sua opera sia in campo sociale che culturale ed artistico. A rendere omaggio a Di Zazzo, il sindaco Angelo Marrocco che motiverà la cittadinanza e il professor Luigi Di Cioccio che illustrerà ai cittadini la straordinaria biografia del preside, con tanto di proiezione delle immagini di circa 100 opere di Di Zazzo. Il preside nasce a Rocca d’Evandro, nella contrada Pecce Colli, il 14 febbraio ma si trasferisce a Cassino a 5 anni quando segue i suoi genitori, Rocco e Maria Assunta Mariano che decidono di lasciare il paese per consentire ai propri figli di andare a scuola nella vicina Cassino. Dopo le elementari frequenta la scuola triennale di avviamento professionale e consegue il diploma senza alcuna possibilità di continuare gli studi. A Cassino, però, esiste il Ginnasio Liceo Classico al quale riesce ad accedere. I primi approcci sono disastrosi, ma lo studio ostinato, lo porta alla media dell’otto che manterrà costante per tutti gli anni successivi. Allo studio delle varie discipline associa la grande passione per il disegno, la pittura e la scultura, che per lui sono momenti di svago ma anche una autentica necessità di vita. Si diploma e si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia. A Rocca d'Evandro conosce il marchese Avvocato Guglielmo Verneau, Sindaco di Rocca d'Evandro che lo trascina al Comune con la nomina di Ufficiale dello Stato civile. Tutto procede nel migliore dei modi fino a quando il Sindaco gli accolla anche l'incarico di Segretario. I problemi diventano molto pesanti per il giovane all'oscuro di tanti maneggi, che a quell'epoca, di scarsa ortodossia amministrativa, sono assai frequenti. Dopo un tentativo di palese corruzione da parte di loschi individui a proposito di un'asta pubblica rinuncia all'impiego e va a Cassino, dove è stato riaperto il Liceo Classico. Chiede al Preside Fargnoli di poter insegnare lettere. Il Preside che lo conosce gli sconsiglia quell'incarico, perché sprovvisto di laurea, e gli offre quello di Segretario, che accetta. Nel frattempo la sua passione per l'arte, disegno, pittura, scultura, non si arresta. Realizza il busto del Carducci, che ancora fa bella mostra di sé in quel liceo, scenografie per rappresentazioni teatrali e caricature, specialmente di docenti, di cui si allestisce una esilarante mostra nei locali dello stesso liceo. Laureato, continua ad esercitare le mansioni di Segretario in attesa del bando di concorso per l'insegnamento. Da le dimissioni da segretario per accettare una supplenza di insegnamento in una prima media. Comincia così la carriera di docente fino alla nomina in ruolo di italiano e latino al Liceo Scientifico di Cassino. Questi sono gli anni in cui il fermento culturale a Cassino lo porta ad organizzare conferenze di altissimo livello con autori del calibro di Pomilio, Prisco. Vengono fuori così numerose opere in bronzo: il busto del primo sindaco di Cassino, Avvocato Gaetano Di BIasio, del Senatore Restagno, tuttora esposti nel comune di Cassino; dei Sindaci di Aquino, di Belmonte Castello, del Preside Gioacchino Pellecchia esposto nel locale Liceo Scientifico; del Preside della Scuola Media di Cervaro e numerose infinite sculture sparse in diverse collezioni private. Dal Liceo Scientifico viene "rapito" per andare a dirigere il nascente Liceo Artistico Cassino, che sotto la sua direzione fiorisce. E' il periodo più bello ed esaltante della sua vita. Ha ora l'occasione di incontrare e far conoscere agli alunni i nomi più illustri dell'arte contemporanea: Manzù, Montanarini, Fontana, Mastroianni, Marini e tantissimi altri. Allo scultore Manzù, nel suo studio, un'alunna del Liceo chiede: “Maestro, Lei è molto famoso in tutto il mondo. Quanto Le è costata tanta gloria?” Manzù, commosso e compunto, abbassa la testa e soltanto dopo qualche tempo, con voce fioca e commossa, risponde: “Bambina mia, perché vuoi farmi piangere?” Il che voleva dire quanto è duro e faticoso il cammino dell'arte, e quelle parole furono un monito ed un insegnamento: mai e poi mai avrebbe intrapreso il cammino di quell'arte che pur era, ed è, per lui una vera ragione di vita. E fu così che sculture, ritratti, paesaggi sono stati realizzati in tutto il corso della sua vita, senza alcun interesse economico ma per il gusto del bello. Ha fatto il Preside del Liceo Artistico fino al superamento del concorso a Preside della scuola media, con prima nomina nella Scuola di Sant'Apollinare. Trasferito poi a Cassino, presso la scuola media Gregorio Diamare, svolge lì le sue funzioni fino al termine della sua carriera. In prossimità del collocamento a riposo riceve un invito dalll'Abate di Montecassino, Mons. Dom Bernardo D'Onorio, il quale gli chiede di istituire presso la sede delle locali Suore Benedettine, una Scuola Media. La scuola viene creata e diretta con impegno e responsabilità. Si afferma e cresce a vista d'occhio. Lusingato l'Abate gli propone di creare anche un Liceo. Classico o scientifico? La sua è una scelta particolare e del tutto innovativa. Istituisce un liceo classico con programmi che si allargano in qualche modo anche alle discipline dello Scientifico ed elementi di Diritto. Anche questa istituzione ha un immediato e notevole successo. Rimane in quella scuola per quattordici anni, nonostante le richieste di essere sostituito in quelle funzioni, data l’età. A quasi 80 anni giunge da Roma una suora con i titoli idonei e conquista la sospirata e tanto attesa libertà. Comincia così a frequentare con assiduità il suo bel paese d'origine, Rocca d'Evandro, e si costruisce nella frazione di Vallevona un piedatterra con un laboratorio dove può dedicarsi con disponibilità alla scultura ed alla pittura. E' questo il periodo in cui riesce a creare per amici ed istituzioni le sue opere migliori tra le quali ci si limita a ricordare soltanto alcune e forse le più importanti: un grande dipinto della Sacra Famiglia nella chiesa di Pratella, una scultura della Cena di Emmaus, nella Chiesa di Pignataro Interamna, due sculture in bronzo per la direzione dello Stabilimento del Polverificio di Fontana Liri, un dipinto dalle dimensioni enormi, circa sei metri per tre, per la Cappella privata del Prof. Dott. Luigi Di Cioccio, opera, questa, molto apprezzata dal Cardinale Farina venuto di proposito da Roma per la benedizione dell'opera e la celebrazione della messa nella stessa Cappella. Termina qui questa memoria, in verità molto sommaria e compendiosa, oggi all’età di novant’anni ancora continua a dare insegnamenti di Latino, di Arte ma soprattutto di Vita.
Redazione L'Inchiesta Quotidiano
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