1 - Il riconoscimento

Giorno della Memoria, medaglie per tre deportati

Vincenzo Corniello - Oggi alle 10, in occasione delle celebrazioni per «II giorno della memoria», nella Prefettura di Caserta si svolge la cerimonia di consegna delle Medaglie d'onore concesse dal Presidente della Repubblica ai cittadini italiani, militari e civili, e ai familiari dei deceduti, deportati o internati nei lager nazisti nell'ultimo conflitto mondiale. Il riconoscimento, in provincia di Caserta, è stato conferito a Antonio Consales, Vincenzo Lupo e Domenico Ricci. Le benemerenze saranno ricevute dai figli. Dei tre l'unico vivente è Vincenzo Lupo, che è nato a Palermo il 28 aprile 1924 ed è residente a Rocca d'Evandro. Chiamato alle armi nell'ottobre 1942 viene catturato dai tedeschi nel settembre 1943 in provincia di Treviso. Deportato in un campo di concentramento in Germania, evade nel febbraio 1945 e raggiunge l'Italia arrivando presso il Comando Partigiano Garibaldino del Veneto dove rimane fino alla liberazione degli alleati nell'aprile 1945. Tornato a Palermo, si sposa nel 1952 e dal matrimonio nascono due figlie. Andato in pensione si trasferisce a Rocca d'Evandro dove una delle sue figlie, Gesualda, svolge la professione di medico e oggi riceverà la benemerenza al posto del papà che, in quanto troppo anziano, non affronterà il viaggio da quel paesetto ai confini con il Lazio fino a Caserta.

2 - Le foto della consegna della Medaglia d'onore concessa al sig. Vincenzo Lupo

Due momenti della cerimonia presso la Prefettura di Caserta. A destra la dott.ssa Gesualda Lupo con l'Assessore

Ugo Marandola (che ha sostituito il Sindaco di Rocca d'Evandro) ed il Prefetto di Caserta dott.ssa Carmela Pagano.

(Fotografie scattate presso la Prefettura di Caserta il 27.01.2012, gentilmente concesse

dal M.llo Francesco Teoli, comandante dei Vigili Urbani del Comune di Rocca d'Evandro).

La medaglia d'onore conferita dal Presidente della Repubblica al sig. Vincenzo Lupo, nella foto

con la consorte sig.ra Rosaria Scalici (Fotografie gentilmente concesse dal nipote Sandro Lucciola)