Venerdì 28 Giugno 2013

 

PIAZZA S. MARGHERITA.  LA STATUA, I RICORDI

Mercoledì 8 maggio 2013 - ore 21,15

 

 

Varie foto…il prato curato…..stiamo accovacciati…. sopra le nostre teste e dietro di noi la statua di San Rocco.

Siamo a Lourdes. Riverenti guardiamo il volto del  taumaturgo e, ognuno, in silenzio e in grande riservatezza, rivolge una preghiera al  Patrono e Protettore della nostra Rocca d’Evandro. La statua è di pietra bianca e poggia su di un piedistallo con al centro la scritta St. ROCH. Lo sguardo del Santo è rivolto all’insù a contemplare quasi la non vicina collina insistente alle spalle dell’abitato della ridente cittadina conosciuta per le Apparizioni della Madonna.

 

“...vorrei realizzare il sogno di sempre…quanto sarebbe bello mettere sul Torrione una statua di San Rocco che volge lo sguardo verso l’Abbazia di Montecassino…figuratevi.... come la statua di San Benedetto a Cassino…”.

 

La testa leggermente reclinata su un lato, gli occhi chiari, umidi a causa del pungente freddo pirenaico, un viso pallido solcato da lievi occhiaie, un leggero e coinvolgente sorriso. E’ Amalia Vitale a esternare questo desiderio. E’ Amalia a dare dimostrazione ancora una volta della sua forte ed inequivocabile dedizione al Santo Patrono e alla sua amata Rocca d’Evandro.

E’ Amalia, dolce e determinata, già sofferente e, forse, ignara del male che ne sta divorando il fisico a pronunciare, con  sobrietà e delicatezza, queste parole  accompagnate da una irresistibile convinzione. E’ il segno tipico del suo carattere.

 

Siamo a Lourdes, in pellegrinaggio con l’Opera Romana, in occasione del 150° anniversario delle Apparizioni. E’ il pomeriggio di martedì 12 febbraio 2008, precisamente le ore 19,20. Stiamo ritornando in albergo dopo aver partecipato alla S. Messa in Basilica e alla processione orante della Via Crucis.

Abbiamo scorto la statua del santo di Montpellier, posta in uno spiazzo a destra uscendo dalla Basilica, all’ombra di una pianta secolare dalle grandi chiome.  Lì abbiamo pazientemente sostato a lungo.

 

 

Sto riflettendo sulle parole di Amalia, sto pensando al suo espresso desiderio. Da poco è trascorso mezzogiorno. E’ una bella giornata di sole. In Piazza S. Margherita di questo 8 maggio 2013 vi sono tanti fedeli, una rappresentanza della amministrazione comunale tra cui il sindaco dott. Angelo Marrocco, il consigliere comunale Civita Di Zazzo e l’assessore Immacolata Valente.

La voce del parroco don Giorgio Vargas mi scuote dal vivo e sofferto ricordo di Lourdes del febbraio 2008 che porta in sé tanta malinconia. Amalia non è più tra noi. Il Signore l’ha chiamata a sé il 9 settembre 2008.

 

Don Giorgio così  legge a voce alta :

 

 

Il testo è tratto da un diario di Amalia. La scritta è impressa sulla lastra di pietra che ricopre il piedistallo su cui poggia la statua di San Rocco rivolta verso il viale d’entrata di via S. Margherita ove era posta anticamente l’omonima porta di entrata al Centro Storico.

 

Sui volti dei presenti è evidente la commozione. Il sogno di Amalia si è concretizzato.

 

La determinazione della sorella Silvana, il conforto del parroco don Giorgio nonché la disponibilità del Sindaco a concedere lo spazio pubblico ove sorge la statua, hanno contribuito alla realizzazione di una aspettativa che è diventata pienamente condivisibile dalla popolazione a partire dall’8 maggio 2007, terzo centenario del Miracolo di San Rocco, allorquando per espressa decisione del parroco don Vargas la statua del Patrono e Protettore, alle prime luci dell’alba di ogni anniversario, viene portata a spalla e in processione da Piazza S. Margherita (ove sorgeva l’omonima Chiesa) nella Chiesa Madre di S. Maria Maggiore per ripercorrere il tragitto avvenuto l’8 maggio del 1707, giorno del miracolo.

 

 

Ciò spiega anche la decisione di avere scelto Piazza S. Margherita per posizionare la statua e di aver disatteso, in un certo qual modo, il sogno originario espresso da Amalia.

Gli sguardi sono tutti rivolti al piccolo ma significativo  monumento, realizzato sulla idea progettuale del geom. Alfredo Simone da Rocca d’Evandro.

 

Il tecnico così ci descrive il piedistallo ...il basamento per l’appoggio della statua è costituito da due gradini dell’altezza di cm. 20 ognuno ed una colonna centrale dell’altezza di cm. 100... il tutto è stato realizzato in calcestruzzo...l’ingombro massimo è di mt. 1,72 x 0,72 con altezza dal piano viario di mt. 1,40...il basamento è stato rivestito totalmente con pezzi di Pietra di Coreno del tipo “picconata e spazzolata”....sulla lastra frontale della colonna vi è stata incisa e, successivamente colorata, una preghiera a San Rocco...la statua del Santo è stata fissata sul piano superiore della colonna e tenuta con bulloni ancorati nella pietra....tutto intorno, al fine di evitare che il basamento potesse essere danneggiato da veicoli, sono stati apposti 4 paletti in acciaio inox con fissaggio di una catena di protezione...”.

 

Il “piccolo monumento”, realizzato a spese e a cura  di Silvana Vitale, risulta essere valido e alquanto significativo. E’ veramente bella la statua di San Rocco, sapientemente scelta da Silvana onde corrispondere al desiderio più volte espresso dalla sorella Amalia. Essa risulta essere situata in un sito strategicamente indovinato con sullo sfondo la verde macchia di vegetazione della zona Vaglie di Monte del Campo.

 

Le immagini fotografiche  non riescono a rendere la commozione che si prova rimirando “il piccolo monumento” dal vivo. Sarebbe auspicabile, tuttavia,  proteggere la statua dalle intemperie e dal calore per evitare il deterioramento dei colori.

 

La malinconia sta facendo posto ad uno spicchio di gioia. Amalia non è qui tra noi fisicamente, lo è, invece, spiritualmente. Lei è presente in Piazza S. Margherita nei nostri cuori, tra la sua gente e i suoi amici di sempre. 

 

Il 29 luglio 2007, nel corso della Manifestazione “Pomeriggio in Piazza” da me organizzata per nome e per conto della Comunità Montana “Monte S. Croce” di Roccamonfina nell’ambito del Terzo Centenario del Miracolo, dietro esplicita mia richiesta, gli Artisti del Coro del Teatro San Carlo di Napoli  (che si esibirono nella stupenda cornice di Piazza Fanelli e davanti alla Casina) cantarono “Vincerò”, brano  tratto dall’opera Turandot  di Giacomo Puccini. Volli, allora, dedicarla ad Amalia, ricoverata in Ospedale, certo e speranzoso di vederla vincente contro l’aggressiva e virulenta malattia. Sono stato, purtroppo,  falso profeta.

 

 

Avverto, oggi, ancora più forte  il bisogno di dire “Amalia, abbiamo tutti la convinzione che oggi hai vinto perché il tuo desiderio si è realizzato. Il piccolo monumento a San Rocco di Piazza S. Margherita ne è la testimonianza più autentica”.

Resto, infatti,  convinto che la vita dei morti sta nel ricordo dei vivi.

Vorrei anche dire “Amalia, Rocca d’Evandro tutta Ti rivolge un pensiero sincero per la determinazione e per l’amore che hai sempre dato per la comunità. Tu ti sei sempre spesa per gli altri. Non sei stata solo a guardare”.

 

Mi sembra giusto prendere allora  in prestito, per la nostra indimenticabile concittadina, una frase di Seneca, filosofo, poeta e drammaturgo romano “Vive colui che opera per gli altri, in mezzo alla gente, muore ed è inutile chi vive in casa propria, appartato e sta lontano dalla gente”.

Giova ricordare, tra l’altro, la collaborazione profusa a piene mani da Amalia  per la stesura prima e per la distribuzione e divulgazione poi del testo “Rocca d’Evandro – Ricerche storiche e artistiche – di Angelo Pantoni” curato da don Faustino Avagliano e presentato ufficialmente in occasione della già citata Manifestazione “Pomeriggio in Piazza” del 29 luglio 2007.

 

 

 

Un Grazie sincero è dovuto in questa ricorrenza ad Amalia, amica sincera e impareggiabile che, anche nel corso della tremenda malattia, ha saputo operare con noi e tra noi perché il Terzo Centenario del Miracolo di San Rocco dell’8 maggio 2007 segnasse una tappa fondamentale nella storia della nostra Rocca d’Evandro.

 

Prof. Ugo Marandola

 

 

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