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Esultano gli
ambientalisti che invocano protezione
ROCCA
D'EVANDRO. I lupi ritornano a popolare i monti dell'Alto
Casertano. Inevitabili gli attacchi a greggi e armenti. E'
festa fra gli ambientalisti che salutano il ritorno di un
nobile predatore; è paura, invece, fra gli allevatori e gli
agricoltori per i danni che questo animale è capace di
determinare. Gli ultimi episodi - inequivocabili - si sono
registrati sui monti intorno a Presenzano, Mignano Monte
Lungo e Rocca d'Evandro. Sono stati almeno venti gli animali
uccisi negli ultimi giorni: alcuni divorati, altri lasciati
privi di vita al suolo, altri ancora sono morti nelle ore
successive a causa delle ferite. Da decenni, ormai, si erano
perse le tracce del lupo in Campania, tanto è che la
legislazione regionale non annoverava il lupo tra le specie
costituenti la fauna selvatica territoriale. Specie
nazionale protetta, presente sul territorio nazionale, è
scomparsa dal territorio campano dagli anni 50-60. Il
declino del lupo è iniziato nella Pianura Padana quando al
taglio dei boschi e alla caccia della selvaggina si
accompagnò una feroce persecuzione. I lupi rimasti
arretrarono verso gli Appennini centro-meridionali dove i
branchi si nascosero in zone remote ed inaccessibili. Nel
1976 si ottenne la protezione totale del lupo. Ora, la
ricomparsa di questo nobile predatore, proprio nella
provincia di Caserta, ritorna ad essere realtà. I primi
rinvenimenti nel mese di giugno del 2004, quando vennero
segnalati due episodi verificatisi a Mignano Monte Lungo e
Rocca d'Evandro. Fatti molto più concreti accaddero
nell'agosto del 2005, quando in tutta l'area si registrarono
notevoli perdite di pecore e capre. Arrivarono poi le prove
che diedero la certezza che l'animale aveva scelto questo
territorio, ritornando dove era stato per decenni,
rivalutando nobilmente una zona ricca di fascino
naturalistico e paesaggistico. Ora, il lupo, necessita
soltanto di protezione. Infatti, i rischi che incombono su
questa specie potrebbero essere determinati
dall'esasperazione dei pastori e piccoli proprietari di
armenti che si vedono depredati dei loro animali senza
indennizzo alcuno. Infatti, mentre la Regione Campania da
qualche anno ha riconosciuto la presenza del predatore in
molte zone, i veterinari delle Asl, che devono certificare
l'attacco del lupo, sembrano sempre più restii e si limitano
a parlare generalmente di canidi. Questo determina lentezze
e intoppi nel rimborso dei danni in favore degli
agricoltori. Diversi i lupi uccisi con bocconi avvelenati o
con fucilate. |
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