Venerdì 16 Marzo 2007

 

Viaggio sotterraneo nei meandri delle Ciavi Cotte

 

Si arricchisce di nuovi sorprendenti percorsi e itinerari il monte Camino, la catena montuosa dell’alto casertano che separa Lazio e Campania. Ricco di testimonianze storiche, artistiche e archeologiche oltre che dal grande fascino dal punto di vista naturale e paesaggistico, il monte Camino (interessa il territorio dei comuni di Galluccio, Mignano Monte Lungo e Rocca d’Evandro) ora scopre uno dei suoi lati meno noti e conosciuti grazie alla proposta di valorizzazione di alcune grotte presenti nell’area avanzata in queste ultime settimane dall’associazione «Historicus» di Mignano Monte Lungo. «Davvero affascinante e ancora tutta da scoprire la grotta principale del monte Camino – sottolinea il presidente di Historicus, Angelo Andreoli - quella da tutti chiamata delle ”Ciavi Cotte”. Fin dai tempi antichi a memoria d’uomo, si conosceva l’esistenza di questa grotta carsica posta sul versante nord del massiccio montuoso. I nostri antenati servendosi del sentiero che da Caspoli, una località di Mignano Monte Lungo, conduceva a Vallevona, frazione di Rocca d’Evandro, passavano in prossimità della grotta, ma solo pochi coraggiosi si avventuravano nel suo interno, poiché il luogo incuteva timore e paura in quanto un tempo base e nascondiglio dei briganti. A tal proposito si narra che questa grotta nascondesse un favoloso tesoro ma nonostante le continue e accanite ricerche condotte a partire dai primi anni del secolo scorso e terminate sul finire degli anni sessanta, sembra non sia mai stato trovato nulla di particolare valore o interesse». Nonostante le trasformazioni naturali avvenute nel corso degli anni la grotta delle «Ciavi Cotte» conserva sempre un grande interesse ed ora si pensa di renderla fruibile dal punto di vista eco-turistico. «La grotta – precisa Andreoli - negli ultimi tempi ha subito dei cambiamenti strutturali dovuti presumibilmente agli effetti tellurici e geologici di quest’ultima metà di fine secolo con mutamenti e alterazioni che hanno portato allo sprofondamento del cunicolo che permetteva la discesa nelle viscere della montagna con la conseguente apertura di un nuovo condotto e la perdita della possibilità di passare dalla caverna superiore alla grande grotta inferiore senza servirsi di una fune. Comunque ancora tanto è quello da vedere, senza particolari ed eccessivi difficoltà, l’importante è essere guidati da esperti del settore. Tra le nostre proposte di fruizione del luogo anche quella di un itinerario speleologico dedicato interamente ai ragazzi e all’intera famiglia». Oltre alla grotta delle «Ciavi Cotte», individuate finora anche altre cavità di interesse speleologico nell’area del monte Camino. «A trentacinque metri circa al di sopra di questa zona - conferma il presidente di Historicus - esiste una caverna meno profonda e più sicura nella discesa con una volta superiore anch’essa molto bella e meritevole di essere visitata. Durante il secondo conflitto mondiale queste caverne sono state usate come rifugio dai soldati tedeschi che tenevano sotto tiro la vallata sottostante e le alture del monte Lungo e ne sono prova sia le numerose postazioni visibili lungo il crinale che i numerosi reperti bellici rinvenuti sul posto». il. ca.
 

 

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