Viaggio sotterraneo nei meandri delle Ciavi Cotte
Si
arricchisce di nuovi sorprendenti percorsi e itinerari il
monte Camino, la catena montuosa dell’alto casertano che
separa Lazio e Campania. Ricco di testimonianze storiche,
artistiche e archeologiche oltre che dal grande fascino dal
punto di vista naturale e paesaggistico, il monte Camino
(interessa il territorio dei comuni di Galluccio, Mignano
Monte Lungo e Rocca d’Evandro) ora scopre uno dei suoi lati
meno noti e conosciuti grazie alla proposta di
valorizzazione di alcune grotte presenti nell’area avanzata
in queste ultime settimane dall’associazione «Historicus» di
Mignano Monte Lungo. «Davvero affascinante e ancora tutta da
scoprire la grotta principale del monte Camino – sottolinea
il presidente di Historicus, Angelo Andreoli - quella da
tutti chiamata delle ”Ciavi Cotte”. Fin dai tempi antichi a
memoria d’uomo, si conosceva l’esistenza di questa grotta
carsica posta sul versante nord del massiccio montuoso. I
nostri antenati servendosi del sentiero che da Caspoli, una
località di Mignano Monte Lungo, conduceva a Vallevona,
frazione di Rocca d’Evandro, passavano in prossimità della
grotta, ma solo pochi coraggiosi si avventuravano nel suo
interno, poiché il luogo incuteva timore e paura in quanto
un tempo base e nascondiglio dei briganti. A tal proposito
si narra che questa grotta nascondesse un favoloso tesoro ma
nonostante le continue e accanite ricerche condotte a
partire dai primi anni del secolo scorso e terminate sul
finire degli anni sessanta, sembra non sia mai stato trovato
nulla di particolare valore o interesse». Nonostante le
trasformazioni naturali avvenute nel corso degli anni la
grotta delle «Ciavi Cotte» conserva sempre un grande
interesse ed ora si pensa di renderla fruibile dal punto di
vista eco-turistico. «La grotta – precisa Andreoli - negli
ultimi tempi ha subito dei cambiamenti strutturali dovuti
presumibilmente agli effetti tellurici e geologici di quest’ultima
metà di fine secolo con mutamenti e alterazioni che hanno
portato allo sprofondamento del cunicolo che permetteva la
discesa nelle viscere della montagna con la conseguente
apertura di un nuovo condotto e la perdita della possibilità
di passare dalla caverna superiore alla grande grotta
inferiore senza servirsi di una fune. Comunque ancora tanto
è quello da vedere, senza particolari ed eccessivi
difficoltà, l’importante è essere guidati da esperti del
settore. Tra le nostre proposte di fruizione del luogo anche
quella di un itinerario speleologico dedicato interamente ai
ragazzi e all’intera famiglia». Oltre alla grotta delle «Ciavi
Cotte», individuate finora anche altre cavità di interesse
speleologico nell’area del monte Camino. «A trentacinque
metri circa al di sopra di questa zona - conferma il
presidente di Historicus - esiste una caverna meno profonda
e più sicura nella discesa con una volta superiore anch’essa
molto bella e meritevole di essere visitata. Durante il
secondo conflitto mondiale queste caverne sono state usate
come rifugio dai soldati tedeschi che tenevano sotto tiro la
vallata sottostante e le alture del monte Lungo e ne sono
prova sia le numerose postazioni visibili lungo il crinale
che i numerosi reperti bellici rinvenuti sul posto». il.
ca. |
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