Il taglio dei fondi comunitari
ridimensiona i programmi della multinazionale di Nuova Delhi
Tv,
«sfuma» il sogno indiano
Rocca d'Evandro, la Videocon
non ha presentato i progetti
Lo stabilimento dovrebbe dare lavoro a 1.200 operai e a
150 tecnici
CASERTA
- L'accordo sottoscritto lo scorso 16 febbraio
nell'ambasciata italiana di New Delhi dal premier Romano
Prodi e dal governatore Antonio Bassolino (nella foto) aveva
rappresentato uno dei risultati più significativi della
visita ufficiale in India ed era' stato salutato come il più
importante investimento estero in Campania negli ultimi 20
anni: un impegno economico da oltre un miliardo e 200
milioni di euro grazie al quale la multinazionale indiana
Videocon avrebbe realizzato — a Rocca d'Evandro — uno
stabilimento ad alta tecnologia per produrre schermi a
cristalli liquidi, creando a regime 1.200 nuovi posti di
lavoro. In base ai programmi annunciati, la produzione
avrebbe dovuto avere inizio nel primo trimestre del 2009. Ma
siamo ormai alle soglie del nuovo anno e al Comune non è
nemmeno pervenuta la richiesta di concessione edilizia.
Quando lo sarà, poiché l'aerea individuata non è conforme
allo strumento urbanistico vigente, occorrerà promuovere una
variante: il che vuol dire — anche immaginando una corsia
preferenziale — un'ulteriore attesa di diversi mesi. «Dai
contatti informali avuti con i vertici della società -
spiega il vicesindaco di Rocca d'Evandro, Fabio Fionda — ci
è stato riferito che sono insorti problemi per i
finanziamenti comunitari che erano stati previsti». Dalla
Regione, ed in particolare dallo staff dell'assessore
regionale alle Attività produttive Andrea Cozzolino, fanno
sapere che «a gestire l'intera operazione è direttamente
Sviluppo Italia, perché si tratta dì un contratto di
localizzazione (lo strumento, cioè, che serve a favorire gli
investimenti esteri nel Paese): noi ci limitiamo a
cofinanziarlo attraverso i fondi del Paser per ricerca e
formazione». A quanto trapela, ad originare le difficoltà
sarebbe stata l'introduzione del nuovo regime di aiuti
comunitari, che comporterebbe un cospicuo taglio di risorse
rispetto alle previsioni (almeno 15-20 milioni, ndr). Il
progetto, infatti, era stato tarato sul regime precedente
(2000-2006), ed ora sarebbe necessario modificarlo.
La produzione
Lo stabilimento dovrebbe
produrre televisori a colori a cristalli liquidi e ad alta
definizione dal 2010
Nel frattempo, il Governo italiano avrebbe anche esperito un
estremo tentativo nei confronti di Bruxelles per far
rientrare l'iniziativa nel vecchio regime di aiuti: ma
invano. I contributi pubblici all'operazione ammontano a 225
milioni di euro, dei quali 182 concessi dal ministero per lo
Sviluppo economico ed i rimanenti dalla Regione.
Nelle intenzioni dell'azienda, lo stabilimento avrà un ruolo
centrale nell'ambito della filiera produttiva dì Lcd per tv
color di nuova generazione, divenendo il principale
fornitore diretto di altri stabilimenti europei del settore,
A regime (quattro anni dopo lo start up) è prevista la
produzione di 60 mila moduli al mese. Oltre all'impianto da
163 mila mq, il progetto dovrebbe prevedere anche un campus
per l'alloggio 150 famiglie di dirigenti ed impiegati,
laboratori e stabilimenti di fornitori di componenti critici
per il processo produttivo.
Pietro Falco
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