Rocca d'Evandro, lascia
dopo 24 anni
"GRAZIE,
DON GIUSEPPE"
"Sembra ieri, eppure sono
trascorsi 24 anni da domenica 21 settembre 1981, il giorno
del mio insediamento nella Parrocchia S. Maria Maggiore di
Rocca d'Evandro" dice mestamente don Giuseppe Giliberti
appena dopo la cerimonia di saluto tenutasi nel pomeriggio
di domenica 13 novembre e presenziata da don Bernardo
D'Onorio abate di Montecassino e vescovo di Minturno. Sul
volto di don Giuseppe si scorge un velo di malinconia in
quanto, pur provato da una salute malferma, avrebbe voluto
continuare a svolgere il suo apostolato tra la gente di
Campolongo, di Colle Peccia, di Gesso Bianco, di Colli, di
Bivio Mortola e, soprattutto, di Centro Storico. "Ho
rassegnato, in data 14 ottobre, le dimissioni nelle mani
dell'abate per essermi accorto" che non riuscivo più a tener
dietro alle varie incombenze...mi mancheranno l'affetto e la
bontà dei miei parrocchiani con i quali ho trascorso un
quarto di secolo" aggiunge don Giuseppe, sostituito dal più
giovane don Giorgio Vargas e destinato a continuare la sua
pastorale in Cassino con compiti meno onerosi e sicuramente
meno defatiganti.
Carmelina Cubello, dipendente comunale e componente della
Corale, esprime apprezzamento e riconoscenza per
l'insegnamento ricevuto da don Giuseppe "che con amore e
semplicità, ha fatto crescere il coro insegnandoci ad essere
sempre umili"; ed aggiunge: "Occorre augurarsi adesso che i
soli due sacerdoti operanti sulle sei parrocchie presenti in
ambito comunale programmino utili e concrete iniziative
nell'auspicabile auspicio che contribuiscano ad unire le
varie contrade per una maggiore aggregazione sociale, con
particolare riguardo alla diffusione del culto a San Rocco,
patrono e protettore del Comune di Rocca d'Evandro".
Nato a Solofra (AV) nel 1937, entrato nel Seminario di
Montecassino ed ivi ordinato Sacerdote nel 1963, don
Giuseppe fu destinato quale parroco prima a S. Maria Oliveto
(IS) e poi fino al 1981 ad Esperia Inferiore (FR).
"Provo gioia e riconoscenza per aver avuto l'occasione di
servire varie generazioni di fedeli roccavandresi, dal
battesimo alla cresima e al matrimonio; sono altresì grato
per aver potuto confortare i malati e i meno fortunati di
questa laboriosa popolazione. Domando perdono se non sempre
sono riuscito a dare le giuste risposte" ha detto don
Giuseppe a conclusione della sua ultima omelia nella Chiesa
di S. Maria Maggiore.
Il Presidente della Associazione "Amici di S. Rocco"
Salvatore Fobrero che ha condiviso con il Nostro gioie ed
amarezze e che, a volte, con Lui non si è trovato d'accordo,
ammette "spigoloso e, per alcune questioni, testardo, don
Giuseppe si è mostrato capace di aver saputo smussare le
incomprensioni e di superarle senza covare rancori; Egli ha
inteso sempre coniugare l'amore per la gente con gli
interessi della Chiesa".
Il terremoto del novembre 1980, l'eredità spirituale
raccolta da un grande predecessore quale don Vincenzo
Matrunola che ha segnato la storia dell'intero Comune di
Rocca d'Evandro per le tante iniziative messe in atto e per
aver profuso ogni tipo di sforzo dialettico teso a lenire
gli insorgenti contrasti tra le varie frazioni degli anni
60, essere succeduto a don Mario De Iulio, sacerdote dal
carattere forte e da eccelse qualità oratorie,
rappresentarono un forte ostacolo per don Giuseppe che però,
facendo leva sulle sue innate doti di semplicità e di
umiltà, nel tempo ha dato prova di aver saputo coagulare
intorno alla sua quotidiana opera gli abitanti delle diverse
borgate. Dal 1981 al 1996, anche se non in modo continuo, ha
retto altresì la Parrocchia di Camino che, comune autonomo
fino al 1811 allorquando fu unificata con Cocuruzzo a Rocca
d'Evandro, dal 1976 è passata dalla diocesi di Teano a
quella di Montecassino. "A Camino, più che altrove, ho
avvertito l'umiltà dei fedeli; là, soprattutto nei periodi
invernali, ho percepito il valore dei vincoli di
appartenenza al luogo natìo della popolazione che risente
della lontananza dalle contrade meglio organizzate. Il mio
pensiero, osservando la semplicità delle persone anziane,
andava al periodo della mia fanciullezza".
Il dott. Vincenzo Matrunola, presente alla manifestazione di
ringraziamento che la popolazione, spontaneamente, ha
organizzato nel tardo pomeriggio di sabato 12 novembre in
una gremita e commossa Piazza Fanelli, responsabile del
Comitato Festa in onore di S. Rocco protettore ci tiene a
precisare "come medico curante, conosco lo stato di salute
di don Giuseppe e dunque le sue sofferenze. Mi rendo sicuro
interprete dei fedeli nel ribadire che siamo riconoscenti a
don Giuseppe per l'opera pastorale svolta, per la sua umiltà
e per la sua scrupolosa attenzione verso le nostre
tradizioni che intendiamo gelosamente conservare.
Don Giuseppe è roccavandrese e tale dovrà considerarsi anche
se dimorerà e opererà nella vicina Cassino".
La Parrocchia S. Maria Maggiore saluta con gratitudine il
suo pastore don Giliberti, umile ministro di culto!
Ugo Marandola
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