N. 3 - 5 Agosto 2005

 

Rocca d'Evandro, lascia dopo 24 anni

"GRAZIE, DON GIUSEPPE"

 

"Sembra ieri, eppure sono trascorsi 24 anni da domenica 21 settembre 1981, il giorno del mio insediamento nella Parrocchia S. Maria Maggiore di Rocca d'Evandro" dice mestamente don Giuseppe Giliberti appena dopo la cerimonia di saluto tenutasi nel pomeriggio di domenica 13 novembre e presenziata da don Bernardo D'Onorio abate di Montecassino e vescovo di Minturno. Sul volto di don Giuseppe si scorge un velo di malinconia in quanto, pur provato da una salute malferma, avrebbe voluto continuare a svolgere il suo apostolato tra la gente di Campolongo, di Colle Peccia, di Gesso Bianco, di Colli, di Bivio Mortola e, soprattutto, di Centro Storico. "Ho rassegnato, in data 14 ottobre, le dimissioni nelle mani dell'abate per essermi accorto" che non riuscivo più a tener dietro alle varie incombenze...mi mancheranno l'affetto e la bontà dei miei parrocchiani con i quali ho trascorso un quarto di secolo" aggiunge don Giuseppe, sostituito dal più giovane don Giorgio Vargas e destinato a continuare la sua pastorale in Cassino con compiti meno onerosi e sicuramente meno defatiganti.
Carmelina Cubello, dipendente comunale e componente della Corale, esprime apprezzamento e riconoscenza per l'insegnamento ricevuto da don Giuseppe "che con amore e semplicità, ha fatto crescere il coro insegnandoci ad essere sempre umili"; ed aggiunge: "Occorre augurarsi adesso che i soli due sacerdoti operanti sulle sei parrocchie presenti in ambito comunale programmino utili e concrete iniziative nell'auspicabile auspicio che contribuiscano ad unire le varie contrade per una maggiore aggregazione sociale, con particolare riguardo alla diffusione del culto a San Rocco, patrono e protettore del Comune di Rocca d'Evandro".

 


Nato a Solofra (AV) nel 1937, entrato nel Seminario di Montecassino ed ivi ordinato Sacerdote nel 1963, don Giuseppe fu destinato quale parroco prima a S. Maria Oliveto (IS) e poi fino al 1981 ad Esperia Inferiore (FR).
"Provo gioia e riconoscenza per aver avuto l'occasione di servire varie generazioni di fedeli roccavandresi, dal battesimo alla cresima e al matrimonio; sono altresì grato per aver potuto confortare i malati e i meno fortunati di questa laboriosa popolazione. Domando perdono se non sempre sono riuscito a dare le giuste risposte" ha detto don Giuseppe a conclusione della sua ultima omelia nella Chiesa di S. Maria Maggiore.
Il Presidente della Associazione "Amici di S. Rocco" Salvatore Fobrero che ha condiviso con il Nostro gioie ed amarezze e che, a volte, con Lui non si è trovato d'accordo, ammette "spigoloso e, per alcune questioni, testardo, don Giuseppe si è mostrato capace di aver saputo smussare le incomprensioni e di superarle senza covare rancori; Egli ha inteso sempre coniugare l'amore per la gente con gli interessi della Chiesa".
Il terremoto del novembre 1980, l'eredità spirituale raccolta da un grande predecessore quale don Vincenzo Matrunola che ha segnato la storia dell'intero Comune di Rocca d'Evandro per le tante iniziative messe in atto e per aver profuso ogni tipo di sforzo dialettico teso a lenire gli insorgenti contrasti tra le varie frazioni degli anni 60, essere succeduto a don Mario De Iulio, sacerdote dal carattere forte e da eccelse qualità oratorie, rappresentarono un forte ostacolo per don Giuseppe che però, facendo leva sulle sue innate doti di semplicità e di umiltà, nel tempo ha dato prova di aver saputo coagulare intorno alla sua quotidiana opera gli abitanti delle diverse borgate. Dal 1981 al 1996, anche se non in modo continuo, ha retto altresì la Parrocchia di Camino che, comune autonomo fino al 1811 allorquando fu unificata con Cocuruzzo a Rocca d'Evandro, dal 1976 è passata dalla diocesi di Teano a quella di Montecassino. "A Camino, più che altrove, ho avvertito l'umiltà dei fedeli; là, soprattutto nei periodi invernali, ho percepito il valore dei vincoli di appartenenza al luogo natìo della popolazione che risente della lontananza dalle contrade meglio organizzate. Il mio pensiero, osservando la semplicità delle persone anziane, andava al periodo della mia fanciullezza".
Il dott. Vincenzo Matrunola, presente alla manifestazione di ringraziamento che la popolazione, spontaneamente, ha organizzato nel tardo pomeriggio di sabato 12 novembre in una gremita e commossa Piazza Fanelli, responsabile del Comitato Festa in onore di S. Rocco protettore ci tiene a precisare "come medico curante, conosco lo stato di salute di don Giuseppe e dunque le sue sofferenze. Mi rendo sicuro interprete dei fedeli nel ribadire che siamo riconoscenti a don Giuseppe per l'opera pastorale svolta, per la sua umiltà e per la sua scrupolosa attenzione verso le nostre tradizioni che intendiamo gelosamente conservare.
Don Giuseppe è roccavandrese e tale dovrà considerarsi anche se dimorerà e opererà nella vicina Cassino".
La Parrocchia S. Maria Maggiore saluta con gratitudine il suo pastore don Giliberti, umile ministro di culto!

 

Ugo Marandola

 

 

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