ROCCA D'EVANDRO: Il giorno della memoria
DAL 1990 DALL'INGHILTERRA A MONTE CAMINO.
PER NON DIMENTICARE
Giorno della
memoria a Rocca d'Evandro. Due le cerimonie: la prima
in piazza S. Giuseppe (con la presenza di una nutrita
rappresentanza dell'associazione Comunale dei
Carabinieri in pensione) ai piedi del Monumento dei
Caduti e la seconda nei pressi della Lapide posta su
Monte Camino tra le contrade di Formella e di Colle.
Le manifestazioni sono state organizzate per tributare
gli onori a tutti i caduti civili e militari della
Seconda Guerra Mondiale, volute ed organizzate, di
concerto con l'Amministrazione Comunale, dal Signor
Michael Sterling, di nazionalità inglese, nipote di un
militare morto a Monte Camino e appartenente al 6°
battaglione delle Guardie Granatieri Inglesi.
Il pensiero degli organizzatori, così come della
popolazione ed in particolar modo delle persone meno
giovani che hanno vissuto gli eventi bellici, va
inevitabilmente al periodo settembre 1943-maggio 1944
con espresso riferimento agli episodi che
contrassegnarono l'autunno e l'inverno : Rocca
d'Evandro conobbe, così come d'altronde altre località
confinanti, sofferenze e privazioni nonché perdite di
vite umane e gravi danni strutturali. Il Presidente
della Repubblica, con Decreto datato 8 novembre 2004,
ha conferito giustamente (anche se con un certo
ritardo sanato dalla precisa missiva del compianto
concittadino cav. Pietro Giangrande tesa a
sensibilizzare il Capo dello Stato) la Medaglia
d'Argento riconoscendo, di fatto, le sofferenze patite
dalla inerme popolazione costretta a sfollare e ad
abbandonare il territorio (vedi Alto Casertano, n°. 2
del 15.07.2005).
La posizione geografica, strategicamente determinante,
mise il Comune di Rocca d'Evandro al centro dei due
opposti schieramenti, quello tedesco in ritirata
difensiva e quello alleato in avanzata per abbattere
le fortificazioni di sbarramento poste appunto sulla
Linea Gustav. Furono momenti di grande difficoltà in
quanto tutto il territorio, oggi denominato alto luogo
tristemente e involontariamente testimone di aspri
combattimenti lungo la linea fortificata tedesca di
Mignano Monte Lungo di cui parla, con dovizia di
particolari, proprio il generale Clark nel testo "5^
Armata Americana". A causa anche delle difficoltà
logistiche e, soprattutto,della strenua difesa operata
dai Tedeschi, la avanzata della 5A Armata, che aveva
oltrepassato il Volturno e si dirigeva a Nord, si
arrestò sulla linea del Garigliano e di Cassino. Monte
Camino, strenuamente difesa dalle truppe tedesche per
la sua felice posizione dominante sia il versante sud
che quello di nord-ovest verso le valli del Liri e del
Gari e dunque verso Cassino e Montecassino, fu teatro
di scontri cruenti e continui che causarono, sia nel
corso della Prima Battaglia (dal 6 al 12 novembre
1943) che nel corso della Seconda Battaglia (dal 2 al
7 dicembre 1943), numerosi morti e feriti nelle
divisioni alleate. L'intera giornata dell'8 dicembre
sarà poi contrassegnata dalla "Battaglia di
Montelungo" che, nonostante le gravi e numerose
perdite di vite umane subite dalle Forze Italiane agli
ordini del Generale di Brigata Cesare Dapino, segnerà
il momento del riscatto per "...il magnifico
comportamento delle vostre truppe..." (così si
espresse il comandante della 36A Divisione Americana
nella lettera indirizzata al Generale Dapino) e per
"... questa azione dimostra la determinazione dei
soldati italiani...determinazione che può ben servire
come esempio ai popoli oppressi" (telegramma inviato
il giorno 17 dicembre al generale Dapino da parte del
generale Clark comandante della 5A armata americana).
La popolazione roccavandrese, afflitta e stanca,
disperata e privata di ogni qualsiasi forma di
sussistenza nonché sconfortata per le numerose perdite
umane a causa di malattie, di privazioni e dei
bombardamenti incrociati tra i due fuochi avversari,
trovò riparo nelle grotte e in insicuri ed occasionali
rifugi. Il Natale del 1943 fu trascorso senza alcuna
forma cerimoniale in quanto giocarono da protagonisti
lo squallore e la desolazione imperanti in ogni luogo!
L'inverno 1943/'44 fu duro e difficile da passare sia
a causa della rigida temperatura che dei
rastrellamenti operati dalle truppe tedesche con la
conseguente deportazione degli uomini validi.
Non intendiamo qui ripercorrere le fasi successive del
conflitto fino alla agognata liberazione, perché
vogliamo invece precisare che i fatti storici
accennati, anche se in modo succinto e sbrigativo,
servono a ricordare che nel corso della Prima e della
Seconda Battaglia di Monte Camino gli uomini del
Reggimento delle Guardie dei Granatieri Inglesi,
appartenenti al 6° Battaglione, furono le prime truppe
inglesi a penetrare nel territorio comunale di Rocca
d'Evandro. Le Guardie innescarono una dura lotta
contro le forze occupanti tedesche riportando ingenti
perdite tra soldati semplici e graduati. Tra le
vittime ci fu il militare George Beale; il nipote
signor Michael Sterling ha iniziato, dal 1990, a
rivisitare i luoghi di Monte Camino alla ricerca sul
posto di sicuri punti di riferimento alle tante
testimonianze scritte (diari, resoconti di
guerra,ecc.) dei militari sopravvissuti. L'impegno e
la costanza profusi con visite di cadenza annuale,
anche per onorare una promessa fatta a sua madre
(sorella di George) di andare alla ricerca del corpo
dello zio perito appunto su Monte Camino, hanno
consentito a Mister Sterling di individuare con
esattezza il luogo dove suo zio rimase vittima dei
cruenti scontri . Le ricerche e la collaborazione
sempre richiesta (e controricambiata!) alla gente del
posto nonché agli Amministratori Comunali stanno
rinverdendo i ricordi degli episodi più salienti delle
due Battaglie di Monte Camino che, sicuramente,
serviranno da rivisitazione della memoria storica da
consegnare alle giovani future generazioni.
Le Cerimonie dei giorni 17 e 18 settembre 2005 hanno
fatto emergere chiaramente la constatazione che
occorre non sottacere o nascondere i fatti passati,
bensì che è necessario evidenziare gli orrori
perpetrati sul territorio comunale con conseguente
tributo di sangue e di sacrificio dei militari
impegnati e della popolazione inerme. Fatti ed episodi
di violenze, di lutti e di aggressioni restano
indelebili nella memoria dei sopravvissuti e dei loro
familiari colpiti dalla nefandezza e dalle ingiustizie
che ogni conflitto tra popoli inevitabilmente
comporta. A noi restano cari i ricordi di episodi
attestati di grande solidarietà umana offerta dalla
popolazione di Rocca d'Evandro sia verso le truppe
tedesche di occupazione che verso i soldati della
Forze Alleate di Liberazione, a testimonianza della
generosità che sempre l'hanno contraddistinta!
Ugo Marandola
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