N. 6 - 15 Ottobre 2005

 

ROCCA D'EVANDRO: Il giorno della memoria
DAL 1990 DALL'INGHILTERRA A MONTE CAMINO.

PER NON DIMENTICARE
 

 Giorno della memoria a Rocca d'Evandro. Due le cerimonie: la prima in piazza S. Giuseppe (con la presenza di una nutrita rappresentanza dell'associazione Comunale dei Carabinieri in pensione) ai piedi del Monumento dei Caduti e la seconda nei pressi della Lapide posta su Monte Camino tra le contrade di Formella e di Colle. Le manifestazioni sono state organizzate per tributare gli onori a tutti i caduti civili e militari della Seconda Guerra Mondiale, volute ed organizzate, di concerto con l'Amministrazione Comunale, dal Signor Michael Sterling, di nazionalità inglese, nipote di un militare morto a Monte Camino e appartenente al 6° battaglione delle Guardie Granatieri Inglesi.
Il pensiero degli organizzatori, così come della popolazione ed in particolar modo delle persone meno giovani che hanno vissuto gli eventi bellici, va inevitabilmente al periodo settembre 1943-maggio 1944 con espresso riferimento agli episodi che contrassegnarono l'autunno e l'inverno : Rocca d'Evandro conobbe, così come d'altronde altre località confinanti, sofferenze e privazioni nonché perdite di vite umane e gravi danni strutturali. Il Presidente della Repubblica, con Decreto datato 8 novembre 2004, ha conferito giustamente (anche se con un certo ritardo sanato dalla precisa missiva del compianto concittadino cav. Pietro Giangrande tesa a sensibilizzare il Capo dello Stato) la Medaglia d'Argento riconoscendo, di fatto, le sofferenze patite dalla inerme popolazione costretta a sfollare e ad abbandonare il territorio (vedi Alto Casertano, n°. 2 del 15.07.2005).
La posizione geografica, strategicamente determinante, mise il Comune di Rocca d'Evandro al centro dei due opposti schieramenti, quello tedesco in ritirata difensiva e quello alleato in avanzata per abbattere le fortificazioni di sbarramento poste appunto sulla Linea Gustav. Furono momenti di grande difficoltà in quanto tutto il territorio, oggi denominato alto luogo tristemente e involontariamente testimone di aspri combattimenti lungo la linea fortificata tedesca di Mignano Monte Lungo di cui parla, con dovizia di particolari, proprio il generale Clark nel testo "5^ Armata Americana". A causa anche delle difficoltà logistiche e, soprattutto,della strenua difesa operata dai Tedeschi, la avanzata della 5A Armata, che aveva oltrepassato il Volturno e si dirigeva a Nord, si arrestò sulla linea del Garigliano e di Cassino. Monte Camino, strenuamente difesa dalle truppe tedesche per la sua felice posizione dominante sia il versante sud che quello di nord-ovest verso le valli del Liri e del Gari e dunque verso Cassino e Montecassino, fu teatro di scontri cruenti e continui che causarono, sia nel corso della Prima Battaglia (dal 6 al 12 novembre 1943) che nel corso della Seconda Battaglia (dal 2 al 7 dicembre 1943), numerosi morti e feriti nelle divisioni alleate. L'intera giornata dell'8 dicembre sarà poi contrassegnata dalla "Battaglia di Montelungo" che, nonostante le gravi e numerose perdite di vite umane subite dalle Forze Italiane agli ordini del Generale di Brigata Cesare Dapino, segnerà il momento del riscatto per "...il magnifico comportamento delle vostre truppe..." (così si espresse il comandante della 36A Divisione Americana nella lettera indirizzata al Generale Dapino) e per "... questa azione dimostra la determinazione dei soldati italiani...determinazione che può ben servire come esempio ai popoli oppressi" (telegramma inviato il giorno 17 dicembre al generale Dapino da parte del generale Clark comandante della 5A armata americana).
La popolazione roccavandrese, afflitta e stanca, disperata e privata di ogni qualsiasi forma di sussistenza nonché sconfortata per le numerose perdite umane a causa di malattie, di privazioni e dei bombardamenti incrociati tra i due fuochi avversari, trovò riparo nelle grotte e in insicuri ed occasionali rifugi. Il Natale del 1943 fu trascorso senza alcuna forma cerimoniale in quanto giocarono da protagonisti lo squallore e la desolazione imperanti in ogni luogo! L'inverno 1943/'44 fu duro e difficile da passare sia a causa della rigida temperatura che dei rastrellamenti operati dalle truppe tedesche con la conseguente deportazione degli uomini validi.
Non intendiamo qui ripercorrere le fasi successive del conflitto fino alla agognata liberazione, perché vogliamo invece precisare che i fatti storici accennati, anche se in modo succinto e sbrigativo, servono a ricordare che nel corso della Prima e della Seconda Battaglia di Monte Camino gli uomini del Reggimento delle Guardie dei Granatieri Inglesi, appartenenti al 6° Battaglione, furono le prime truppe inglesi a penetrare nel territorio comunale di Rocca d'Evandro. Le Guardie innescarono una dura lotta contro le forze occupanti tedesche riportando ingenti perdite tra soldati semplici e graduati. Tra le vittime ci fu il militare George Beale; il nipote signor Michael Sterling ha iniziato, dal 1990, a rivisitare i luoghi di Monte Camino alla ricerca sul posto di sicuri punti di riferimento alle tante testimonianze scritte (diari, resoconti di guerra,ecc.) dei militari sopravvissuti. L'impegno e la costanza profusi con visite di cadenza annuale, anche per onorare una promessa fatta a sua madre (sorella di George) di andare alla ricerca del corpo dello zio perito appunto su Monte Camino, hanno consentito a Mister Sterling di individuare con esattezza il luogo dove suo zio rimase vittima dei cruenti scontri . Le ricerche e la collaborazione sempre richiesta (e controricambiata!) alla gente del posto nonché agli Amministratori Comunali stanno rinverdendo i ricordi degli episodi più salienti delle due Battaglie di Monte Camino che, sicuramente, serviranno da rivisitazione della memoria storica da consegnare alle giovani future generazioni.
Le Cerimonie dei giorni 17 e 18 settembre 2005 hanno fatto emergere chiaramente la constatazione che occorre non sottacere o nascondere i fatti passati, bensì che è necessario evidenziare gli orrori perpetrati sul territorio comunale con conseguente tributo di sangue e di sacrificio dei militari impegnati e della popolazione inerme. Fatti ed episodi di violenze, di lutti e di aggressioni restano indelebili nella memoria dei sopravvissuti e dei loro familiari colpiti dalla nefandezza e dalle ingiustizie che ogni conflitto tra popoli inevitabilmente comporta. A noi restano cari i ricordi di episodi attestati di grande solidarietà umana offerta dalla popolazione di Rocca d'Evandro sia verso le truppe tedesche di occupazione che verso i soldati della Forze Alleate di Liberazione, a testimonianza della generosità che sempre l'hanno contraddistinta!

Ugo Marandola

 

 

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