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Antonio Folchitto lo storico dell'emigrazione In Brasile con il cuore a Rocca d'Evandro
Potrebbe essere intitolata «Le mie radici» la incessante ricerca svolta per anni sulle sue origini da parte di Antonio Folquito Verona, residente a Lins, una delle storiche capitali della coltivazione del caffè nello stato di San Paolo, docente di Letteratura italiana nel corso di lettere della Facoltà di Scienze e Lettere della Universidade Estadual Paulista «Julio De Mesquita Filho» ad Assis. «Fino ad una decina di anni fa ero convinto di avere origini della provincia di Napoli -racconta Antonio Folchitto (è il cognome italianizzato¹, mentre Verona² è quello della madre che in Brasile si aggiunge sempre a quello paterno)-, poi un giorno per caso la scoperta sorprendente negli uffici brasiliani di un antico documento riguardante la mia famiglia con la scritta “Caserta”, quindi anni di ulteriori e appassionate ricerche che mi hanno portato successivamente alla mia Rocca d’Evandro». Decisivo il contatto tra il professore e Giuseppe Giovini, ideatore del sito roccadevandro.net, per ricomporre il mosaico della famiglia Folchitto in Italia prima dell’emigrazione in Brasile. «Mi hanno sempre raccontato – ricorda – che mio nonno Ilario vendeva il latte per le strade mungendolo direttamente dalla mucca. Davvero dura e con tanti sacrifici la vita quotidiana per gli emigranti italiani in quel periodo. Il nonno visse fino all'età di 18 anni a Rocca d’Evandro, quando insieme a tutta la famiglia partì per il Brasile. Nato a Bauru, nello stato di San Paolo, in Brasile, il 7 dicembre 1950, dopo aver studiato dai Salesiani in Italia venni in Italia nel ’71 per uno stage dai Salesiani a Catania e poi frequenta a Messina lo Studentato San Tommaso d’Aquino, trasferendosi nel ’72 in Svizzera all’Università di Friburgo, per rientrare nel ’74 in Brasile. Nell’81 sposa Dorothée Susanne Rüdiger (ora è divorziato), dalla quale ebbe tre figli: Antonio Mathias, 23 anni, Maria Teresa, 22 anni (che lo ha reso nonno da poco con il primogenito Cedric Gallo), e João Francisco, 19 anni. Folchitto laureato in Storia, ha ricevuto il titolo di Master in Storia nella Facoltà di Scienze e Lettere di Assis nel 1993 ed il titolo di Dottore in Storia Economica nella Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze Umane dell'Università di San Paolo nel 1999. Dal 1989 è professore di Lingua e Letteratura Italiana nel corso di Lettere della Facoltà di Scienze e Lettere di Assis - Campus dell'Università dello Stato di San Paolo. Ha pubblicato vari testi relativi alle sue ricerche su riviste e libri che discutono le questioni migratorie in Brasile; è autore di un'interessante indagine sul fenomeno dell'emigrazione vissuta da circa 288 famiglie di Schio (Vicenza) che alla fine del XIX sec. partirono in massa per il Brasile. «Fu il mio amico Marcello Limoli, che abitava a Schio, a propormi di trovare un tema sull’emigrazione italiana verso il Brasile che potessi ricercare sul posto e nei dintorni - racconta Folchitto -. Appena arrivato a Schio, ci recammo a visitare l’Accademia Olimpica di Vicenza. Giusto all’entrata, in uno scaffale, c’era il libro intitolato “I Veneti in Brasile” che Limoli mi regalò in seguito. Fu esattamente dalla lettura del testo che mi si aprì una nuova prospettiva di ricerca, visto che indicava, senza offrire dati molto precisi che, nel 1891, sarebbe partito proprio da Schio, un significativo flusso migratorio verso il Brasile. Il testo dal titolo “I xe come la zavorra: la traiettoria degli operai che lasciarono Schio diretti a São Paulo, nel 1891”, cerca di spiegare le vicende vissute da 66 famiglie di operai tessili che lavoravano al Lanificio Rossi a Schio e che in quell’anno emigrarono nello Stato di São Paulo. La causa principale dell'emigrazione fu una crisi dei rapporti, fino allora stabili, tra operai e impresa. La rottura avvenne in occasione dello sciopero del 17 febbraio 1891, il primo dopo diciotto anni». Antonio Folchitto è stato consigliere comunale a Lins per il Partido dos Trabalhadores nel mandato 1997-2000 e rieletto in quello 2001-2004, quando è stato assessore per la Pubblica Istruzione. «Durante gli ultimi 10 anni della dittatura militare (1975-1985), mi impegnai -ricorda- nei vari movimenti sociali che allora si organizzavano ovunque nel campo della resistenza in Brasile: il movimento studentesco; la lotta contro il carovita; l’amnistia; la conquista della terra. In questo clima di lotta e di organizzazione dei ceti più sfruttati sorse l’idea della costruzione di un partito dei lavoratori. Fu proprio a Lins, in un congresso dei metalmeccanici nel 1979, che venne approvata dal collettivo la sua fondazione. Tra il 1980 e il 1983 aiutai ad organizzare il Partido dos Trabalhadores a Lins e nella regione a Nord-Ovest dello Stato di São Paulo. Pertanto visitai vari comuni, parlando soprattutto con la gente impegnata nei movimenti sociali allora esistenti o nelle diverse pastorali delle rispettive parrocchie cattoliche. Conobbi e contribuii alla formazione di tanti militanti che costruirono una nuova proposta di partito democratico e socialista. A Lins fui presidente del partito per due mandati successivi (1992-1994) e concorsi, come candidato a consigliere comunale, alle elezioni amministrative del 1983, 1988, 1992, 1996 e 2000». «Nel consiglio comunale, in un primo periodo, diventai pure il portavoce del partito -ricorda-. La mia piattaforma di lavoro si diresse, principalmente, al dibattito delle idee pubblicando molti articoli sulla stampa locale e partecipando spesso a programmi radiofonici sui vari e importanti temi della politica locale. Quanto agli impegni assunti in campagna elettorale, ho sempre privilegiato la lotta all’immoralità amministrativa; la democratizzazione delle informazioni; la trasparenza nei rapporti tra il potere legislativo e la società, specie coi lavoratori. I gettoni che guadagnai, tra il 1996 e il 2000, furono gestiti da un gruppo di militanti che accompagnavano il mio mandato e sovvenzionarono iniziative e progetti di aiuto a bambini e ad adolescenti in situazione di rischio: il Progetto Renascer e il Circo di Luz; la conservazione della cultura popolare; il Progetto di alfabetizzazione di giovani e adulti; e lo stimolo alla creazione di posti di lavoro e alla formazione di piccoli negozi». Folchitto coordina, attualmente, il progetto del corso di estensione culturale «A Lingua Italiana ao alcance de todos» aperto alla comunità di Lins (112 iscritti). Partecipa sovente ad eventi nazionali e all'estero per discutere il tema dell'emigrazione verso il Brasile, come ha fatto nel XXVII Convegno Internazionale di Americanistica, svoltosi a Perugia dal 5 al 7 maggio 2005. Fu l’occasione, finalmente, per la visita al paese dei sogni. «Quando arrivai a Rocca d’Evandro con mio figlio Joao -racconta lo studioso- mi sembrava di averla conosciuta da sempre; fu una grande emozione essere ricevuto in consiglio comunale dove il sindaco Carmine Domenicano mi consegnò una targa di cittadino benemerito e alcune pubblicazioni su Rocca d’Evandro, presenti il vicesindaco Fabio Fionda, insieme con Benedetto Di Paola, l’ex sindaco Antonio Marandola, Domenico Marandola, il mio riferimento internet Giuseppe Giovini, i consiglieri comunali e tanti paesani. E poi l’incontro alla scuola ”Ettore Fieramosca” con il preside Spaziano, i docenti e gli alunni». «Nei tre giorni trascorsi ospite del Comune in un agriturismo di Galluccio -aggiunge- ho visitato tutto il comprensorio, salendo su Monte Camino, al castello, nella chiesa e partecipando a feste in casa di amici nelle frazioni di Cocuruzzo, Bivio Mortola e Selvotta che affaccia sul Garigliano». «Spero che sia stato solo l’inizio di un lungo rapporto di amicizia e collaborazione – conclude con entusiasmo – ed anzi mi attiverò per un gemellaggio, scambi culturali e giovanili, tra Rocca d’Evandro e Lins, dove attualmente vivo». «E poi - svela - devo tornare al più presto perchè Giovini ha scoperto³ che mia nonna Rosa Matera è originaria di Moiano, un piccolo comune del Sannio a due passi dalla provincia di Caserta».
Galeotto fu quel sito internet
MICHELE DE SIMONE
Foto 1-2-4-5 © Giuseppe Giovini
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Per dovere di cronaca ritengo opportuno segnalare le seguenti inesattezze presenti nell'articolo:
1- Folchitto è il nome originale italiano, in Brasile è diventato Folquito o Forquito. 2 - Verona è il cognome del padre del Prof. Antonio Folchitto. Folchitto è il cognome della madre. (Vedi Autobiografia )3- Anche se avevo ipotizzato che Moiano fosse uno dei probabili comuni di nascita della nonna materna, è stato il Prof. Folchitto ad averne avuta la conferma.
1- Anche se il progetto risale al 2003, il sito è stato attivato nell'Aprile del 2004. 2- In realtà la radio è stata attivata nel 1984 ed il sito nel 2004, dopo aver lavorato alcuni anni a Milano. 3- La traduzione originale è del Prof. Folchitto e la versione pubblicata sul sito è stata curata e adattata dal Prof. Benedetto Di Paola.
Giuseppe Giovini
* = Roccadevandro (errato) - Rocca d'Evandro (corretto)
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