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Domenica 28 Maggio 2006 |
caserta speciale
caserta export
LE RADICI
RITROVATE
Il
lavoro
E' professore all'Università di Assis,
nello Stato
di San Paolo,
dove insegna Letteratura
italiana
|
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La curiosità
E' stato
consigliere
e assessore
al Comune
di Lins,
storica
capitale della coltivazione
del caffè
|
Antonio Folchitto lo
storico dell'emigrazione
In Brasile con il cuore
a Rocca d'Evandro
 Potrebbe
essere intitolata «Le mie radici» la incessante ricerca
svolta per anni sulle sue origini da parte di Antonio
Folquito Verona, residente a Lins, una delle storiche
capitali della coltivazione del caffè nello stato di San
Paolo, docente di Letteratura italiana nel corso di lettere
della Facoltà di Scienze e Lettere della Universidade
Estadual Paulista «Julio De Mesquita Filho» ad Assis. «Fino
ad una decina di anni fa ero convinto di avere origini della
provincia di Napoli -racconta Antonio Folchitto (è il
cognome italianizzato¹, mentre Verona² è quello della madre
che in Brasile si aggiunge sempre a quello paterno)-, poi un
giorno per caso la scoperta sorprendente negli uffici
brasiliani di un antico documento riguardante la mia
famiglia con la scritta “Caserta”, quindi anni di ulteriori
e appassionate ricerche che mi hanno portato successivamente
alla mia Rocca d’Evandro». Decisivo il contatto tra il
professore e Giuseppe Giovini, ideatore del sito
roccadevandro.net, per ricomporre il mosaico della famiglia
Folchitto in Italia prima dell’emigrazione in Brasile. «Mi
hanno sempre raccontato – ricorda – che mio nonno Ilario
vendeva il latte per le strade mungendolo direttamente dalla
mucca. Davvero dura e con tanti sacrifici la vita quotidiana
per gli emigranti italiani in quel periodo. Il nonno visse
fino all'età di 18 anni a Rocca d’Evandro, quando insieme a
tutta la famiglia partì per il Brasile. Nato a Bauru, nello
stato di San Paolo, in Brasile, il 7 dicembre 1950, dopo
aver studiato dai Salesiani in Italia venni in Italia nel
’71 per uno stage dai Salesiani a Catania e poi frequenta a
Messina lo Studentato San Tommaso d’Aquino, trasferendosi
nel ’72 in Svizzera all’Università di Friburgo, per
rientrare nel ’74 in Brasile. Nell’81 sposa Dorothée Susanne
Rüdiger (ora è divorziato), dalla quale ebbe tre figli:
Antonio Mathias, 23 anni, Maria Teresa, 22 anni (che lo ha
reso nonno da poco con il primogenito Cedric Gallo), e João
Francisco, 19 anni. Folchitto laureato in Storia, ha
ricevuto il titolo di Master in Storia nella Facoltà di
Scienze e Lettere di Assis nel 1993 ed il titolo di Dottore
in Storia Economica nella Facoltà di Filosofia, Lettere e
Scienze Umane dell'Università di San Paolo nel 1999. Dal
1989 è professore di Lingua e Letteratura Italiana nel corso
di Lettere della Facoltà di
Scienze e Lettere di Assis - Campus dell'Università
dello Stato di San Paolo. Ha pubblicato vari testi relativi
alle sue ricerche su riviste e libri che discutono le
questioni migratorie in Brasile; è autore di un'interessante
indagine sul fenomeno dell'emigrazione vissuta da circa 288
famiglie di Schio (Vicenza) che alla fine del XIX sec.
partirono in massa per il Brasile. «Fu il mio amico Marcello
Limoli, che abitava a Schio, a propormi di trovare un tema
sull’emigrazione italiana verso il Brasile che potessi
ricercare sul posto e nei dintorni - racconta Folchitto -.
Appena arrivato a Schio, ci recammo a visitare l’Accademia
Olimpica di Vicenza. Giusto all’entrata, in uno scaffale,
c’era il libro intitolato “I Veneti in Brasile” che Limoli
mi regalò in seguito. Fu esattamente dalla lettura del testo
che mi si aprì una nuova prospettiva di ricerca, visto che
indicava, senza offrire dati molto precisi che, nel 1891,
sarebbe partito proprio da Schio, un significativo flusso
migratorio verso il Brasile. Il testo dal titolo “I xe come
la zavorra: la traiettoria degli operai che lasciarono Schio
diretti a São Paulo, nel 1891”, cerca di spiegare le vicende
vissute da 66 famiglie di operai tessili che lavoravano al
Lanificio Rossi a Schio e che in quell’anno emigrarono nello
Stato di São Paulo. La causa principale dell'emigrazione fu
una crisi dei rapporti, fino allora stabili, tra operai e
impresa. La rottura avvenne in occasione dello sciopero del
17 febbraio 1891, il primo dopo
diciotto anni». Antonio Folchitto è stato consigliere
comunale a Lins per il Partido dos Trabalhadores nel mandato
1997-2000 e rieletto in quello 2001-2004, quando è stato
assessore per la Pubblica Istruzione. «Durante gli ultimi 10
anni della dittatura militare (1975-1985), mi impegnai
-ricorda- nei vari movimenti sociali che allora si
organizzavano ovunque nel campo della resistenza in Brasile:
il movimento studentesco; la lotta contro il carovita;
l’amnistia; la conquista della terra. In questo clima di
lotta e di organizzazione dei ceti più sfruttati sorse
l’idea della costruzione di un partito dei lavoratori. Fu
proprio a Lins, in un congresso dei metalmeccanici nel 1979,
che venne approvata dal collettivo la sua fondazione. Tra il
1980 e il 1983 aiutai ad organizzare il Partido dos
Trabalhadores a Lins e nella regione a Nord-Ovest dello
Stato di São Paulo. Pertanto visitai vari comuni, parlando
soprattutto con la gente impegnata nei movimenti sociali
allora esistenti o nelle diverse pastorali delle rispettive
parrocchie cattoliche. Conobbi e contribuii alla formazione
di tanti militanti che costruirono una nuova proposta di
partito democratico e socialista. A Lins fui presidente del
partito per due mandati successivi (1992-1994) e concorsi,
come candidato a consigliere comunale, alle elezioni
amministrative del 1983, 1988, 1992, 1996 e 2000». «Nel
consiglio comunale, in un primo periodo, diventai pure il
portavoce del partito -ricorda-. La mia piattaforma di
lavoro si diresse, principalmente, al dibattito delle idee
pubblicando molti articoli sulla stampa locale e
partecipando spesso a programmi radiofonici sui vari e
importanti temi della politica locale. Quanto agli impegni
assunti in campagna elettorale, ho sempre privilegiato la
lotta all’immoralità amministrativa; la democratizzazione
delle informazioni; la trasparenza nei rapporti tra il
potere legislativo e la società, specie coi lavoratori. I
gettoni che guadagnai, tra il 1996 e il 2000, furono gestiti
da un gruppo di militanti che accompagnavano il mio mandato
e sovvenzionarono iniziative e progetti di aiuto a bambini e
ad adolescenti in situazione di rischio: il Progetto
Renascer e il Circo di Luz; la conservazione della cultura
popolare; il Progetto di alfabetizzazione di giovani e adulti; e lo stimolo alla
creazione di posti di lavoro e alla formazione di piccoli negozi». Folchitto
coordina, attualmente, il progetto del corso di estensione culturale «A Lingua
Italiana ao alcance de todos» aperto alla comunità di Lins (112 iscritti).
Partecipa sovente ad eventi nazionali e all'estero per discutere il tema
dell'emigrazione verso il Brasile, come ha fatto nel XXVII Convegno
Internazionale di Americanistica, svoltosi a Perugia dal 5 al 7 maggio 2005. Fu
l’occasione, finalmente, per la visita al paese dei sogni. «Quando arrivai a
Rocca d’Evandro con mio figlio Joao -racconta lo studioso- mi sembrava di averla
conosciuta da sempre; fu una grande emozione essere ricevuto in consiglio
comunale dove il sindaco Carmine Domenicano mi consegnò
una targa di cittadino
benemerito e alcune pubblicazioni su Rocca d’Evandro, presenti il vicesindaco
Fabio Fionda, insieme con Benedetto Di Paola, l’ex sindaco Antonio
Marandola, Domenico Marandola, il mio riferimento internet Giuseppe Giovini, i
consiglieri comunali e tanti paesani. E poi l’incontro alla scuola ”Ettore
Fieramosca” con il preside Spaziano, i docenti e gli alunni». «Nei tre giorni
trascorsi ospite del Comune in un agriturismo di Galluccio -aggiunge- ho
visitato tutto il comprensorio, salendo su Monte Camino, al castello, nella
chiesa e partecipando a feste in casa di amici nelle frazioni di Cocuruzzo,
Bivio Mortola e Selvotta che affaccia sul Garigliano». «Spero che sia stato solo
l’inizio di un lungo rapporto di amicizia e collaborazione – conclude con
entusiasmo – ed anzi mi attiverò per un gemellaggio, scambi culturali e
giovanili, tra Rocca d’Evandro e Lins, dove attualmente vivo». «E poi - svela -
devo tornare al più presto perchè Giovini ha scoperto³
che mia nonna Rosa Matera è originaria di Moiano, un
piccolo comune del Sannio a due
passi dalla provincia di Caserta».
Galeotto fu quel sito internet
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scoperta delle origini perdute: sono migliaia gli italiani
all'estero che, grazie a internet, si collegano a una
miriade di siti, che si offrono come punto di riferimento
per contattare parenti e amici persi di vista. Uno dei più
attivi in Terra di Lavoro è sicuramente quello attivo dal
2003¹
(www.roccadevandro.net) ad iniziativa di Giuseppe Giovini,
appassionato di foto, fondatore di Radio Sound
International, ricercatore e storico, soprattutto
«innamorato» del suo paese, appunto Rocca d'Evandro. «Un
sito che è nato anche da una esigenza personale di
collegamento con le origini - racconta Giuseppe Giovini -
quando io stesso sono emigrato giovanissimo in America dove
lavoravo nel Massachusetts in una società telefonica.
Sentivo la nostalgia, la mancanza di notizie in tempo reale
sul paese e gli amici. Poi sono tornato in Italia,
ho lavorato un pò a Milano in una azienda dove mi occupavo
di logistica, poi da qualche anno sono rientrato a casa mia
a Roccadevandro*, dando vita ad una serie di iniziative, tra
cui la radio²
e, appunto, il sito». «Quando ho iniziato a cliccare la
parola "Roccadevandro*" per mettere insieme il più possibile
di notizie sul paese - ricorda Giovini -non mi sono fermato
ai primi cento, duecento riferimenti come awiene
abitualmente, ma sono andato avanti fino a mille e oltre e
ho fatto tante scoperte, tra cui quella relativa ad Antonio
Folchitto, che aveva messo in rete una sua biografìa in
portoghese, dove improvvisamente appariva la magica parola
"Roccadevandro*"». «Ne feci una traduzione³-
spiega - e venne fuori che Folquito, il cognome brasiliano,
derivava da Folchitto e lui era convinto che i suoi avi
erano di Rocca d'Evandro. Mi misi in contatto via posta
elettronica e da quel momento è iniziata una fitta
corrispondenza che ha prodotto la conferma delle origini del
notissimo docente universitario e uomo politico, peraltro
esperto proprio dello studio della storia delle emigrazioni.
E dopo avergli confermato, attraverso la ricostruzione
dell'albero genealogico, le sue origini, l'anno scorso è
venuto in visita al paese, dove è stata organizzata una
indimenticabile cerimonia al Comune. E ora siamo in continuo
contatto sul mio sito che in due anni ha totalizzato circa
12mila contatti». Anche il Comune possiede un proprio sito
per così dire più «statico», ma il sogno di Giuseppe Giovini
è quello della unificazione e del potenziamento di questo
collegamento via internet tra Rocca d'Evandro e le migliaia
di emigrati partiti soprattutto verso Usa, Canada («a
Montreal c'è una associazione delle famiglie di Rocca
d'Evandro, presieduta da Alessandro Di Zazzo, che fa
l'agente immobiliare»), Francia e Inghilterra».
MICHELE DE SIMONE
Foto 1-2-4-5 © Giuseppe Giovini
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Per dovere di cronaca ritengo
opportuno segnalare le seguenti inesattezze presenti
nell'articolo:
1- Folchitto è
il nome originale italiano, in Brasile è diventato Folquito
o Forquito.
2 -
Verona è il
cognome del padre del Prof. Antonio Folchitto. Folchitto è
il cognome della madre. (Vedi
Autobiografia )
3-
Anche se avevo ipotizzato che Moiano fosse uno dei probabili
comuni di nascita della nonna materna, è stato il Prof. Folchitto ad averne avuta la
conferma.
1-
Anche se il
progetto risale al 2003, il sito è stato attivato
nell'Aprile del 2004.
2-
In realtà la radio è stata attivata nel 1984 ed il sito nel
2004, dopo aver lavorato alcuni anni a Milano.
3-
La traduzione originale è del Prof. Folchitto e la versione
pubblicata sul sito è stata curata e adattata dal Prof.
Benedetto Di Paola.
Giuseppe Giovini
* = Roccadevandro
(errato) - Rocca
d'Evandro (corretto)
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