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28 Aprile 2007 | ||
CONFERENZA STAMPA TERZO CENTENARIO DEL PRODIGIOSO MIRACOLO DI SAN ROCCO 8 maggio 1707 - 8 maggio 2007
Giovedì 26 aprile 2007, alle ore 17,00, nella sala Consiliare del Comune di Rocca d’Evandro, si è tenuta una Conferenza Stampa per pubblicizzare i festeggiamenti in onore di San Rocco per i 300 anni dal Miracolo. Hanno partecipato vari giornalisti delle testate maggiormente conosciute dell’Alto Casertano e del Basso Lazio.
Risultano presenti i Sigg.i : - don Giorgio Vargas (Parroco della Chiesa Madre di S. Maria Maggiore) – Cav. Carmine Domenicano (Sindaco di Rocca d’Evandro) – Maurizio Cubello (Assessore Comunale) – Quirino Teoli (Assessore Comunale) – Emanuele Marandola (Presidente della Associazione Pro-Loco) – prof. Rinaldo Teoli (Vice Presidente della Associazione Pro-Loco) – Rag. Marco Framondi (componente del Consiglio Direttivo della Pro-Loco) – Lorenzo Di Zazzo (componente del Consiglio Direttivo della Pro-Loco) – Immacolata Valente (componente del Consiglio Direttivo della Pro-Loco) – Domenico Tudino (componente del Consiglio Direttivo del Circolo F. Fellini di Mortola) – Rag. Giuseppe Giovini (Sito Web di Rocca d’Evandro) – Antonio Valente (coordinatore del Comitato Festa San Rocco) – Angelo Iettarelli (componente del Comitato Festa San Rocco) – prof. Ugo Marandola ( Vice Presidente della Comunità Montana “Monte S. Croce” di Roccamonfina).
Il Programma è stato ampiamente illustrato dal Parroco don Giorgio Vargas che, in particolare, ha tenuto ad evidenziare i seguenti aspetti : - -la storia del Miracolo; - -l’inizio e l’affermazione, sul territorio comunale, del culto a San Rocco; - -la Reliquia offerta, per l’occasione, dal Patriarca di Venezia Cardinale Ettore Scola; - -l’importanza che riveste il passaggio, a Rocca d’Evandro, della Reliquia (un osso) del Santo per il culto accresciutosi nei secoli; - -il risalto che la Curia di Montecassino sta dando ai festeggiamenti del Miracolo dell’8 maggio 2007; - -dall’8 maggio 2007 San Rocco sarà ufficialmente eletto Patrono del Comune di Rocca d’Evandro; - -è stato costituito un Comitato Organizzatore che ha tenuto n°. 8 sedute di lavori a partire dal 26 luglio 2006, di cui vi è traccia in rispettivi verbali.
Dà poi lettura integrale del foglietto da Lui predisposto e distribuito tra i fedeli dell’intero comune e tra gli studenti della Scuola Elementare e della Scuola Media, che è opportuno riportare :
Diocesi di montecassino Solenne Celebrazione del III centenario del prodigioso Miracolo di San Rocco
1707 - 8 maggio - 2007 Rocca D’Evandro il Miracolo del 1707 Al principio del secolo accade un fatto ritenuto miracoloso, narrato nella relazione dell’arciprete Giuseppe Falese del 1 maggio 1723, concernente lo stato delle chiese, relazione firmata da tutti i sacerdoti del luogo. Viene riferito che l’8 maggio 1707, essendosi trasportata la statua di S. Rocco da S. Margherita nella Chiesa Maggiore <<per una necessità grande di questa terra>>, un devoto essendosi recato sull’imbrunire per venerare la statua, notò che bruciava la tovaglia della bara (sic) del Santo. Andato per smorzare l’incendio <<vidde che dalla cicatrice del ginocchio della statua, scaturiva un liquore>>, gridò al miracolo, accorse popolo, e tutti poterono vedere quanto era accaduto. Il liquore asciugato da un sacerdote con bambagia, durò a scaturire <<da mezzora circa>>. La stoffa o fettuccia messa al ginocchio, era pure bagnata di quel liquore e, con atto pubblico, fu messa in una caraffina di vetro per essere conservata nel reliquiario. Veniva esposta sull’altare nella festa di S. Rocco. L’arciprete riferì sul fatto all’Abate Nicola Ruggi, ma questi non volle ammetterlo, perciò la caraffina non si esponeva più, <<ma il fatto fu verissimo e in quell’atto fu risanato un paralitico che non si poteva muovere…>>. Di questo evento che trova il suo corrispettivo in varie lacrimazioni odierne di statue e immagini, documentate adesso da fotografie e magari da films, fu stesa il 9 maggio 1707, quindi il giorno successivo al caso insolito, una relazione autenticata dal notaio Nicola Camposelli, dalla quale si è conservato un testo in Archivio . In essa viene confermato che dalla piaga della statua di S. Rocco <<scorreva un liquore come se fosse manna e tutta la detta piaga stava bagnata di detto liquore>>. La posizione negativa dell’Abate, come viene accennato in altre parti, derivava dalla riluttanza a organizzare un processo canonico vero e proprio sul fatto riferito, che sembra realmente accaduto, dato il concorso unanime delle testimonianze. Visita Canonica. Cartella III. Relazione dell’Arciprete del 1 maggio 1723, Angelo Pantoni. Bollettino Ufficiale Diocesi di Montecassino.XXXV 1980. P. 186 Rocca D’Evandro. Ricerche storiche e artistiche. A cura di Faustino Avagliano. Montecassino 2004 p. 37 Verbale del 9 maggio 1707 Nicola Camposelli, Notaio Il giorno 8 maggio 1707 avviene a Rocca d’Evandro un fatto straordinario: <<[…] hieri sera –è attestato nel verbale del 9 maggio 1707 (1) - domenica otto del corrente maggio 1707: essendosi vociferato verso l’Ave Maria, che nella chiesa matrice di questa Rocca dove era stata portata in detto giorno processionalmente la statua del glorioso santo Rocco protettore della suddetta, la quale continuamente si detiene nella chiesa di Santa Margherita del Carmine, acciò con l’intercessione del medesimo glorioso santo protettore placasse l’ira di Dio sdegnata, per le dannose e continuate pioggie di detto mese, e per gli altri flagelli, colli quali miserabilmente oppressi tutti l’habitanti in detta Rocca, dalla piagha, che detto santo protettore tiene sopra il ginocchio sinistro, usciva miracolosamente un liquore che scorreva per la gamba in basso; li suddetti testificanti costituti subito andarono dentro detta chiesa, et ogn’uno di essi in presenza del popolo ivi congregato, tutto piancente e contrito hanno visto et osservato più volte con gli occhi proprii, che dalla detta piagha del suddetto glorioso santo Rocco protettore veramente scorreva un liquore, come se fusse manna e tutta la detta piagha stava bagnata di detto liquore, e fu verissimo, che scorreva per la gamba in basso, a tal segno, che si vedeva bagnata la fettuccia, che detto santo protettore tiene ligata sotto il ginocchio; onde tanto essi testificanti costituti, quando tutto il popolo di detta Rocca, assieme con li reverendi sacerdoti di essa genuflessi e devoti hanno dato lode all’onnipotente Dio cantando il Te Deum, Iste confessor, et altre orazioni e sonando tutte le campane di detta chiesa, affinché con l’intercessione di detto glorioso e miracoloso santo protettore, si fusse degnato placare l’imminenti castighi di guerre, et altrui infortunii, che da Dio ci sovrastano, etc. […]>>.
(1). Montecassino, Archivio dell’Abbazia, Roccadevandro, Cartella I, Atto Pubblico per il prodigio fatto dalla statua di San Rocco, ff. 1 - 2
SAN ROCCO DI MONTPELLIER Se fossimo vissuti tra il 1300 ed il 1600, avremo conosciuto bene la storia di questo santo pellegrino, uno dei più famosi in tutto l'Occidente come protettore e guaritore dei malati di peste, che proprio in questi secoli stava condizionando la vita e la morte nel mondo intero: le epidemie di peste furono capaci di cancellare l'esistenza di un terzo della popolazione dell'Europa. Il paradosso è che, a fronte della sua estrema popolarità, poche sono le notizie sulla sua vita, tanto da essere da taluni messa in dubbio la sua esistenza, ma la Chiesa lo canonizza ufficialmente, intorno al 1600, per mette "ordine" al culto popolare. Nasce tra il 1345/50 a Montpellier (Francia), in una famiglia benestante, forse nobile, cristiana. Vive in un mondo segnato dal flagello della peste (in due anni muoiono in Europa 20 milioni di persone) e nel quale la Chiesa attraversa un grande momento di crisi. All'età di 20 anni resta orfano di padre e madre e decide, forse spronato dalle ultime parole del padre morente, di seguire Gesù Cristo. Forse entra nel terz'ordine francescano, quindi lascia tutti i suoi beni, veste l'abito da pellegrino e parte per Roma. Durante il suo pellegrinaggio si dedica alla assistenza e guarisce molti malati di peste in modo miracoloso. La sua fama di guaritore si diffonde. A Piacenza si ammala anche lui. Soffre così tanto che è allontanato dall'Ospedale perché "disturba" con i suoi lamenti. Resta solo in un bosco dove verrà salvato da un cane che gli porterà pane tutti i giorni. Il padrone del cane, Gottardo, incuriosito dal suo comportamento, lo seguirà e così conoscerà e diventerà poi il suo unico discepolo.Ripartito verso Montpellier, in un località non nota (probabilmente in Italia) viene fermato e sospettato di spionaggio. Verrà messo in prigione perché si rifiuterà di dire il suo nome, in quanto aveva fatto voto di non rivelarlo per non godere dei benefici derivanti dalla sua nobiltà. Lì rimarrà, per 5 anni, morendovi il 16 agosto tra il 1376 ed il 1379. Dopo la sua morte, per possedere le sue reliquie e godere dei favori della sua protezione, non si farà scrupolo di trafugare il corpo del santo dalla chiesa di Voghera e portarle a Venezia. In seguito, una reliquia del santo verrà donata a Montpellier. In Italia quasi 60 località portano il suo nome e a lui sono dedicate oltre tremila tra chiese, oratori e luoghi di culto. Caratteristiche della sua iconografia: uomo in età adulta, il vestito da pellegrino, con il cappello a larghe falde, il cane che gli porta il pane, un segno (in genere sulla coscia sinistra) della peste da lui contratta.
Rocco. Resti di S. Rocco si vogliono a Venezia, provenienti da Anghera ed acquistati a Voghera dai Veneziani. Altri sono ad Arles trasportati nel 1399 da Montpellier. Discordanti le poche fonti sulla vita di san Rocco, quasi certa la sua nascita a Montpellier in Francia, dalla famiglia del locale governatore. Orfano all'età di vent'anni. Si reca in pellegrinaggio a Roma e si dedica alla cura dei malati di peste, che flagellava in modo particolare l'Italia. Vittima lui stesso della malattia a Piacenza, fu ricoverato in quella città dove gli vengono attribuiti numerosi miracoli di guarigioni. Al suo ritorno a Montpellier fu imprigionato per cinque anni per spionaggio dal nuovo governatore, che è suo zio, che non lo riconosce e lui non rivela la sua identità per osservare un voto fatto. Rocco morirà in prigione e sarà riconosciuto solo successivamente per un segno a forma di croce che aveva sul petto dalla nascita. Un'altra biografia localizza il suo arresto come spia e la sua morte nella località di Angera in Lombardia. La notizia delle guarigioni miracolose dalla peste effettuate in vita e quelle dovute alla sua intercessione dopo la morte accrescono il culto del santo, che viene invocato come protettore contro la peste e le piaghe e come patrono degli invalidi.
Il Programma dei Festeggiamenti risulta così organizzato :
Pellegrinaggio della Reliquia nelle Parrocchie del Comune Lunedì 30 aprile : arrivo della Reliquia da Venezia – Accoglienza della Reliquia in Piazza E. de Nicola . Il Padre Abate Bernardo D’Onorio accoglie la Reliquia e si va in Processione verso la Chiesa di S.Maria Maggiore – Benedizione – Bacio della Reliquia – Benedizione Statue di San Rocco. Martedì 1 maggio : Ore 18,00 : Pellegrinaggio della Reliquia e della Statua di San Rocco alla Chiesa di S.Maria La Nova di Camino – Preghiera dei Vespri – Benedizione e bacio della Reliquia. Mercoledì 2 maggio : Ore 18,00 : Pellegrinaggio della Reliquia e della Statua di San Rocco alla Chiesa di S. Maria del Farneto – Preghiera dei Vespri – Benedizione e bacio della Reliquia. Giovedì 3 maggio : Ore 18,00 : Pellegrinaggio della Reliquia e della Statua di San Rocco alla Chiesa di SS. Salvatore di Cocuruzzo – Preghiera dei Vespri – Benedizione e bacio della Reliquia. Venerdi 4 maggio : Ore 18,00 : Pellegrinaggio della Reliquia e della Statua di San Rocco alla Chiesa di S. Maria di Mortola – Preghiera dei Vespri – Benedizione e bacio della Reliquia.
Triduo di preparazione : 5 – 6 – 7 maggio Sabato 5 maggio : Ore 18,00 : Pellegrinaggio della Reliquia e della Statua di San Rocco alla Chiesa di S. Giuseppe di Casamarina – Preghiera dei Vespri – Benedizione e bacio della Reliquia. Domenica 6 maggio : Ore 18,00 : Pellegrinaggio della Reliquia e della Statua di San Rocco alla Chiesa di S. Maria Maggiore (Centro Storico) – Preghiera dei Vespri – Benedizione e bacio della Reliquia. Lunedì 7 maggio : Chiesa di S. Maria Maggiore Ore 16,30 : Liturgia Penitenziale e Confessioni Ore 17,30 : Recita del santo Rosario. Meditazioni Ore 18,00 : Preghiera dei Vespri – Omelia del Padre Predicatore Ore 21,00 : Veglia di Preghiera presso la Chiesa Santa Maria Maggiore. Presiede Mons. Domenico Simeone (Vicario Episcopale per la Pastorale). Martedì 8 maggio : Ore 07,30 : Lodi Mattutine Ore 08.00 : Arrivo del Gran Concerto Bandistico Città di Bracigliano (SA) diretto dal M.o Rocco Eletto che terrà Concerto in Piazza Fanelli fino alle ore 24,00 Ore 08,00 : Santa Messa. Presiede Mons. Lucio Marandola , Vicario Foraneo Ore 09,30 : Accoglienza dei pellegrini, autorità e studenti del nostro Comune Ore 11,00 : S. Messa . Presiede Mons. Adamo Gizzarelli, Vicario Generale Ore 12,00 : Supplica alla Madonna di Pompei Ore 18,30 : S. Messa. Presiede S. Ecc.za Mons. Bernardo D’Onorio, Vescovo, Abate di Montecassino. – Processione per le vie del paese. Ore 21,30 : Concerto Musicale in Piazza Fanelli. Accoglienza in Parrocchia degli alunni delle Scuole Dalle ore 15,00 alle ore 21,00 Annullo Postale.
Il Sindaco, cav. Carmine Domenicano dà ampie assicurazioni circa l’ordine pubblico nelle giornate del 30 aprile (arrivo della Reliquia) e dell’8 maggio (festeggiamenti solenni alla presenza di autorità religiose e civili) in cui si prevede un afflusso notevole di fedeli.
Il prof. Ugo Marandola, Vice Presidente della Comunità Montana di Roccamonfina tiene a precisare l’impegno profuso dall’Ente che rappresenta per la pulizia delle strade di percorrenza del Pellegrinaggio e del Centro Storico con particolare riguardo alle Piazze di S. Giuseppe, Mortola, Cocuruzzo, Camino e Piazza Fanelli per la messa a dimora di varie piante floreali atte ad assicurare il dovuto decoro per la storica celebrazione. Parla, altresì, della messa a punto di una efficace organizzazione dello storico evento che vede coinvolta tutta la popolazione a ciò sollecitata dal parroco don Giorgio Vargas e dalla Curia di Montecassino; indica nell’evento stesso una formidabile occasione per cementare una maggiore condivisione del culto a San Rocco dei concittadini delle diverse Parrocchie Comunali. Dà atto al Comitato Festa, coordinato dal signor Antonio Valente, di aver lavorato sodo già da 3 anni per la migliore riuscita della festa. Conclude accennando ad alcuni particolari aspetti storici circa la devozione a San Rocco come coprotettore di Rocca d’Evandro; in particolare dà lettura di una Nota sintetica , stralciata da sue personali ricerche, che poi distribuisce in copia ai presenti che testualmente dice :
SAN ROCCO, PATRONO DI ROCCA D’EVANDRO I Sindaci dell’attuale territorio del Comune di Rocca d’Evandro, con il consenso dell’Abate di Montecassino, datato 28 luglio 1691, decisero di solennizzare S. Rocco e di festeggiarlo il 16 Agosto. Nel XVII° secolo, il Protettore di Rocca d’Evandro era S. Antonio Abate insieme a S. Margherita, S. Caterina da Siena, S. Elena e S. Rosa. La decisione sul culto di S. Rocco viene assunta a seguito della richiesta fatta da don Erasmo Gattola, Vicario Generale della Diocesi, con decreto del 29 novembre 1695 e dunque di poco anteriore all’Inventario fatto nel 1696. Le motivazioni trovano giustificazione in una pestilenza, nella quale fu avvertita l’efficacia del patrocinio del Santo. E’ un primo segno del culto a S. Rocco come Patrono, mantenutosi vivo fino ai nostri giorni ! Nella prima parte del XVIII° secolo, accade un fatto ritenuto miracoloso e riportato nella relazione dell’ Arciprete Giuseppe Falese del 1° maggio 1723, concernente la stato delle chiese. La relazione è controfirmata da tutti i sacerdoti del luogo. Viene riferito che l’8 maggio 1707, dopo il trasporto della statua di S. Rocco dalla Chiesa di S. Margherita alla Chiesa di Santa Maria Maggiore “per una necessità grande di questa Terra “, un devoto, essendosi recato nel tardo pomeriggio a venerare la statua, notò che la tovaglia della bara del Santo bruciava. Andato per smorzare l’incendio “ vide che dalla cicatrice del ginocchio della statua scaturiva un liquore “, gridò al miracolo, accorse molta gente, e tutti poterono vedere quanto era accaduto. Il liquore asciugato da un sacerdote con bambagia “durò a scaturire per mezzora circa.” La stoffa o fettuccia messa al ginocchio, era anch’essa bagnata di quel liquore. Con atto pubblico la stoffa fu messa in una piccola caraffa di vetro per essere conservata nel reliquario. La caraffa venne poi esposta sull’altare nella ricorrenza della Festa di S. Rocco. L’Arciprete riferì sul fatto all’Abate di Montecassino Nicola Ruggi, ma questi non volle ammetterlo e la caraffina non venne più esposta “ma il fatto fu verissimo e in quell’atto fu risanato un paralitico che non si poteva muovere…” . Di questo evento fu stesa il 9 maggio 1707, quindi il giorno successivo al caso insolito, una relazione autenticata dal notaio Nicola Camposelli, della quale si è conservato il testo in Archivio. In essa viene confermata che dalla piaga della Statua di Santo Rocco “ scorreva un liquore come se fosse manna e tutta la detta piaga stava bagnata di detto liquore “. La posizione negativa dell’Abate derivava dalla riluttanza ad organizzare un processo canonico vero e proprio sul fatto riferito, che è realmente accaduto, dato il concorso unanime delle testimonianze. Il 16 agosto 1899 si fa menzione di S. Rocco “patronus minus principalis “ Attualmente nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, sul lato di destra della navata si trova anzitutto l’Altare di S. Rocco, Protettore del Comune di Rocca d’Evandro, con vistosa Statua del Santo, riferibile al sec. XVIII° nel corso del quale il culto va sempre più aumentando .
Il coordinatore del Comitato Festa San Rocco, signor Antonio Valente, nel ringraziare gli altri componenti nelle persone di Angelo Iettarelli, Salvatore Fobrero, Immacolata Valente, Mario Miele, Amalia Vitale, Angela Vitale, Lorenzo Del Giudice, parla di tutte le iniziative messe in atto, ed in particolar modo dell’Annullo Postale. A tal riguardo comunica che sono state stampate n°. 5 cartoline, di cui : 3 a colori (1 raffigurante la Statua di San Rocco che trovasi nella Chiesa di S. Maria Maggiore), 1 raffigurante la statua del Santo con sullo sfondo il Castello Medioevale e il Centro Storico; 1 con 6 viste panoramiche di : Bivio Mortola, Camino, Cocuruzzo, Eterno Padre, San Giuseppe e S. Maria di Mortola) e 2 in bianco e nero : una raffigurante la Processione di San Rocco del 16 agosto 1933 riportante la dicitura : “Rocca d’Evandro (Napoli) – Processione di San Rocco” e l’altra raffigurante la vecchia Statua del Santo e datata 1957 (prodotta in occasione dei festeggiamenti dei 250 anni dal Miracolo) riportante la dicitura : “Miracolosa effigie di S. Rocco che si venera in Rocca d’Evandro – Diocesi di Montecassino”. Il Presidente della Associazione Pro-Loco signor Emanuele Marandola assicura che sarà organizzata al meglio l’accoglienza dei pellegrini e che si darà aiuto e sostegno al Comitato festa anche con l’organizzazione di un Torneo di calcetto che veda impegnati i giovani di tutto il Comune e che lo stesso, nello spirito di pace e di solidarietà, non sarà competitivo ma avrà una valenza partecipativa. Aggiunge che le modalità di tali iniziative saranno precisate nel corso di una Assemblea Aperta che si terrà nei locali della associazione alle ore 21,00 di venerdi 27 aprile. Il rag. Giuseppe Giovini, creatore e curatore del sito web www.roccadevandro.net che tanto successo sta riscuotendo nei paesi dove si trovano emigrati i nostri connazionali e loro discendenti, assicura il suo personale impegno a diffondere dovutamente la Celebrazione in interesse anche con il supporto di immagini.
La Conferenza Stampa termina alle ore 18,10 con la formulazione unanime di profondere, ognuno per le proprie competenze e disponibilità, ulteriori sforzi per la buona riuscita della Solenne Celebrazione del 3° Centenario del prodigioso Miracolo di San Rocco perché essa rimanga una pietra indelebile nella storia della comunità di Rocca d’Evandro da trasmettere alle future generazioni per perpetrare il culto a san Rocco Protettore.
Prof. Ugo Marandola
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