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Giovedì 16 Settembre 2004 |
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Entrambi
95enni, stesso nome, identica infanzia difficile dopo l’abbandono dei
genitori: "Moriremo insieme" Dopo 73 anni di passione il sogno si avvera.
Giuseppe Bolletti e Giuseppa Vistani, scomparsi nel giro di poche ore. di Giuseppe Sangiovanni
Rocca d’Evandro (Caserta) - Per oltre settant’anni si erano amati e rispettati. Da sempre promettevano di morire insieme, di non lasciare solo il coniuge superstite. Lo dicevano ad amici, parenti e conoscenti. Tutta la gente del paese, che appartiene alla provincia di Caserta (si sente però laziale) sapeva di questo grande desiderio. Morire insieme. Ci sono riusciti. I protagonisti della commovente favola sono due anziani, riusciti a coronare il grande sogno, senza compiere insani gesti, che hanno lasciato la vita terrena, in modo sereno. Una storia straordinaria, incredibile, che ha commosso l’intero paesino campano, sito al confine con il Lazio. Una storia bella, con tante coincidenze. Entrambi 95enni, identico nome, Giuseppe e Giuseppa, nati tutti e due a Roma: abbandonati dai rispettivi genitori, e affidati a due famiglie dello stesso paese dove si erano conosciuti. Stesso funerale. Ad approdare per primo (questione di ore) nel mondo dei più, il consorte Giuseppe, una vita avventurosa, raccontata ai sei figli, tredici nipoti e quattordici pronipoti. Funerale fissato per il primo pomeriggio. Tutto pronto, arriva il prete, per l’ultima benedizione della salma, prima della chiusura della bara, ma il destino è implacabile. Si ferma anche il cuore di Giuseppa, una morte solidale, che getta nello sconforto più assoluto, parenti, amici e conoscenti, che tra dolore e sgomento, guardandosi sbigottiti, si ricordano di quell’inquietante promessa “moriremo insieme”. Funerale bloccato, e rimandato, celebrato all’indomani nella chiesa del quartiere, denominata neanche a farla apposta “Parrocchia di San Giuseppe” che ha accolto le due bare, salutate da tantissime persone, assai turbate da questo tremendo lutto, quasi surreale. PRIMO CASO - “E’ il primo caso che ci capita”, sottolinea un dipendente dell’agenzia funebre di Pasquale Mazzolena, “in tanti anni non era mai capitata una cosa simile, si poteva rischiare di perdere il controllo della situazione, così non è stato. Ci siamo consultati, e abbiamo deciso il rinvio del funerale di 24 ore. Noi tutti sapevamo del desiderio invocato per anni dai due coniugi”. Particolarmente sentita l’omelia del celebrante, parole toccanti rivolte ai coniugi scomparsi, definiti sposi rispettatisi sempre, per tutta la vita, esempio da seguire per i giovani. All’inizio degli anni trenta, scocca la scintilla, il 22 agosto del 1931 la fuitina d’amore, culminata con il matrimonio. L’amore, la passione sempre in aumento, come la famiglia che diventa sempre più grande: a portare gioia nella casa di Giuseppa Vistani e Giuseppe Bolletti, in rapida successione sei pargoli, Antonio, deceduto, poi Elena, Guglielmo, Vincenzo, Italo morto a sei anni, ed un altro figlio, che porta il suo stesso nome, Italo. Distrutti dal dolore, senza più lacrime da versare. Perdere i genitori nel giro di 24 ore, non è cosa da poco. Oltre settant’anni di vita matrimoniale, di sacrifici, per portare avanti la famiglia numerosa, laboriosa e benvoluta dall’intero paesino, incredulo per la conclusione dell’appassionata storia d’amore dell’anziana coppia, unita nella vita e nella morte. INDIVISIBILI - “Erano sempre insieme, indivisibili", racconta il nipote Giuseppe Bolletti (prestato all’arma, come altri due componenti della famiglia), che porta in suo onore, lo stesso nome e cognome, “se uno dei due era ricoverato in ospedale, l’altro lo seguiva, si ricoverava per stargli accanto, rincuorarlo. Si volevano tanto bene, troppo bene", ricorda Giuseppe, attorniato e confortato da suoi colleghi, molto vicini a lui in questo triste momento. “Giurate di amarvi e onorarvi finché morte non vi separi”? Settantatrè anni fa, con voce energica, vigorosa, squillante, avevano detto “Si”. Nello stesso momento, si erano promessi che nessuno dei due, avrebbe mai lasciato solo l’altro, sarebbero morti insieme. E nonna Giuseppa per tenere fede a quella promessa, ha seguito nel suo cammino, l’adoratissimo consorte. Storia che è stata ripresa, da diverse agenzie di stampa: una sorta di prece mediatica, da terzo millennio, voluta dai nipoti, consapevoli di avere avuto dei nonni, davvero speciali, benvoluti, sempre disponibili a dare saggi consigli, a tutte le persone che li circondavano.
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