LETTERE AL GIORNALE
ROCCA D'EVANDRO: IL
CASTELLO, DAI FASTI CELEBRATIVI ALL'OBLIO
Questa
estate 2005 è stata avara di appuntamenti culturali al Castello e ciò in
aperta controtendenza con le celebrazioni e le manifestazioni primaverili
ed estive degli ultimi anni. E meno male che ampie assicurazioni in merito
al prosieguo delle manifestazioni erano state date nel corso delle
magnifiche ed indimenticabili serate del 29, 30 e 31 luglio dello scorso
anno che hanno visto impegnati gli Strumentisti del Teatro alla Scala di
Milano, tra cui spicca la presenza di Roberto Miele, nostro giovane e
valente concittadino!
Quest'ultima iniziativa, fortemente voluta dall'Amministrazione Comunale e
dalla Comunità Montana "Monte S. Croce" di Roccamonfina, avrebbe dovuto
ripetersi con maggiori arricchimenti artistici quest'anno e dar luogo alla
3^ edizione visto anche il successo di pubblico, e soprattutto la presenza
di molti cultori di Musica Classica attirati nel magnifico cortile del
vecchio Castello e provenienti dai Comuni del vasto comprensorio
dell'Altocasertano e del Basso frusinate. Ma ciò, purtroppo, non si è
verificato interrompendo di fatto una tradizione che, seppur giovane,
avrebbe potuto rappresentare un appuntamento culturale da non perdere nel
corso degli anni futuri e che, nell'idea degli amministratori e della
cittadinanza, avrebbe dovuto essere maggiormente curata tramite
l'allestimento di una o più settimane di Manifestazioni. Si sarebbe dovuto
dar luogo, cioè, ad una Rassegna comprendente musica classica e moderna,
rappresentazioni teatrali e cinematografiche, il tutto nell'ambito di
convegni e dibattiti tesi a favorire la riflessione circa il miglior
utilizzo del maniero e delle sue pertinenze in merito anche alla
rivisitazione storica del passato di Rocca d'Evandro e dell'intero
comprensorio. Il tutto era ed è in linea con le precedenti iniziative che
hanno visto il Castello "Ettore Fieramosca", del X secolo e ricco di
storia, frequentato da tanti visitatori, con cadenza annuale, proprio e
solo in tali occasioni e, dunque, durante le varie fasi di ripristino
ormai giunto quasi alla conclusione.
È superfluo e, sicuramente, inutile andare alla ricerca del perché di tale
battuta d'arresto, una cosa è certa: la cittadinanza, e con essa le
comunità limitrofe, fiere di vivere a pieno tali occasioni culturali, si
sentono giustamente tradite e non riescono a comprendere le motivazioni
che hanno impedito l'organizzazione degli Appuntamenti che, nel recente
passato, hanno rappresentato un raggio di luce culturale. E ciò in senso
puramente metaforico, atteso che dall'estate 2002 un faro era stato posto
nei giardini del Castello e, di notte, illuminava la facciata posta a
settentrione che era visibile dall'intera vallata del cassinate e,
finanche, lungo l'arteria autostradale in direzione sud. Dall'estate 2004
il faro non c'è più, il castello è visibile solo di giorno ed esso è stato
spogliato delle manifestazioni celebrative!
Occorre che Noi Amministratori, del Comune e della Comunità Montana, al di
là delle appartenenze a Gruppi di Maggioranza o di Minoranza, sappiamo
continuare l'immane opera intrapresa nel tempo e mettiamo in atto
strategie politico-amministrative utili al decollo delle capacità di tipo
ricettivo-turistico-economiche del Castello perché esso possa
rappresentare per le future generazioni, anche per le realtà
architettoniche e paesaggistiche e per i reperti archeologici presenti sul
territorio comunale e nel comprensorio del cassinate e dell'alto
casertano, un volano di occasioni occupazionali e di rilancio zonale anche
e soprattutto dal punto di vista culturale!
È quest'ultimo aspetto, ovvero quello culturale, che deve rappresentare il
discorso centrale per l'azione futura volta a richiamare l'attenzione sul
nostro percorso storico: le occasioni di tipo culturale sono i momenti
propizi per rivisitare il nostro passato, così come è stato
precedentemente fatto, anche a costo di tanti sacrifici. Memorabili
restano nella memoria di tanti alcune Manifestazioni che hanno visto
protagonisti il Castello e i suoi magnifici Giardini (essi sono da
visitare per la presenza di sentieri in pietra, per la Chiesa di Santa
Barbara, per la presenza di piante tipiche del paesaggio mediterraneo!).
Basti ricordare: "Presentazione Restauro del Castello" del 1996,
"Musica,Arte e Archeologia al Borgo" con esposizione di reperti
archeologici, di utensili della civiltà contadina e di foto dell'800 e del
'900 e con esibizione dei Musicisti Napoletani) del 1997,
"Rappresentazione Teatrale - Agib, il terzo monaco" da parte di studenti
del DAMS di Bologna del 2002, "Serate Musicali" tenute da alcuni
Strumentisti del Teatro alla Scala di Milano - 1^ edizione - del 2003 ed
infine "Concerto al Castello" 2^ edizione- del 2004.
Se non si imbocca questa strada maestra che porti alla riflessione tesa a
promuovere le occasioni culturali al Castello, considerando che ciò, per
le future generazioni, è prioritario anche rispetto alle opere
strutturali, appaiono veramente contraddittori gli sforzi intrapresi dagli
anni '80 (acquisizione al patrimonio comunale del Maniero!) per la
ristrutturazione e il restauro. In effetti l'oculato utilizzo, da parte
degli amministratori in collaborazione con la Soprintendenza per i BB.AA.
di Caserta e Benevento, dei tanti finanziamenti utili per la sua
riattazione nonché i Progetti in fase di definizione che interessano il
Castello e le sue adiacenze (di particolare rilevanza è il PIT: Progetto
Integrato Territoriale - Filiera Enogastronomica Porta di Ingresso alla
Strada dei Vini Galluccio e Falerno) , i Borghi Medioevali di Centro
Storico, di Camino e di Cocuruzzo (pensiamo al Progetto "Riqualificazione
Tessuto Edilizio del Centro Storico per la realizzazione di botteghe
artigianali e centro informativo in Piazza Fanelli") così come quello
legato al Parco Archeologico località Porto di Mola che, tutti insieme,
rappresenteranno in avvenire un pacchetto turistico di non poco interesse,
sarebbero poca cosa se non ci si impegna dovutamente per la promozione
culturale.
In conclusione, riteniamo che gli Amministratori, me compreso, debbano
impegnarsi al meglio per favorire in ogni modo l'organizzazione di eventi
culturali. La realtà del Castello offre ogni tipo di possibilità di
riuscita e, laddove iniziative non dovessero nascere spontanee dai
cittadini o dai circoli e sodalizi presenti sul territorio, chi si occupa
della Cosa Pubblica ha il dovere di programmare serie iniziative sotto
forma di spettacoli ricreativo-culturali nell'ambito di convegni e
seminari, il tutto in attesa della completa fruizione del maniero e delle
sue adiacenze. Cesare Pavese ha detto " quando un popolo non ha più un
senso vitale del suo passato, si spegne". Noi vogliamo essere creatori di
occasioni perché abbiamo un passato e perché dobbiamo preservare nei
giovani la vitalità creatrice e non certo l'oblìo!
Ugo Marandola
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