ROCCA D'EVANDRO/ Stanno
pensando ad una petizione per chiedere il ritorno di don
Giuseppe
Seconda domenica di preghiera
in strada
I fedeli di Farneto continuano la loro
pacifica protesta
I fedeli della Chiesa Santa Maria del
Farneto di Rocca d'Evandro torneranno oggi a pregare in
strada, davanti al portone chiuso di quella chiesa che, come
racconta un'antica storia tramandata di padre in figlio, di
nonno in nipote, neppure la Madonna vuole lasciare.
Una suggestiva storia quella che ci raccontano i residenti,
i devoti di quella Madonna che, ogni anno assistono alle
lacrime da lei versate ogni volta che esce da quella chiesa
per la processione. Niente paura non si tratta di un caso da
studiare, le lacrime non scorrono sul volto della bellissima
statua, ma dal cielo sotto forma di pioggia. «E' vero - ci
racconta una donna -ogni anno quando la statua della Madonna
esce da quella chiesa puntualmente inizia a piovere. E i
nostri genitori, i nostri nonni ci raccontano che è sempre
successo così. Almeno poche gocce di pioggia, subito prima,
durante o subito dopo la processione, ci sono sempre state.
E' successo anche quando la statua è uscita quest'estate per
essere momentaneamente trasferita alla Chiesa Madre per
consentire l'inizio dei lavori di restauro». Tornando alla
pacifica protesta dei fedeli, come dicevamo, oggi per la
seconda domenica di seguito pregheranno in strada davanti a
quella chiesa che il Parroco è intenzionato ad aprire
soltanto il giorno di Natale e che, da quando sono terminati
i lavori, non è ancora stata "restituita" ai fedeli.
Della vicenda si è molto interessato anche l'Abate di
Montecassino a cui i residenti di Rocca d'Evandro avevano
scritto un'accorata lettera. «Reverendissimo Padre è con
vivo rincrescimento - si legge nella missiva inviata dai
fedeli -che Le dobbiamo esprimere il nostro disappunto per
la chiusura della parrocchia di Santa Maria del Farneto.
Siamo certi che capirà il disagio di decine di anziani e
non, che abituati alla frequentazione settimanale della
Santa Messa, se ne trovano ora impossibilitati. Se tale
chiusura è veramente giustificata dal restauro al quale la
parrocchia dovrà essere sottoposta, ci permettiamo di
suggerire l'uso alternativo del prefabbricato, sito in
piazza De Nicola, già precedentemente adibito a tale uso.
Siamo certi della Sua comprensione e sicuri di non dover
andare oltre con le nostre rimostranze».
L'Abate si informò di quel che era accaduto, ed a settembre
scorso rispose con una lettera che fu fatta pervenire in
numerose copie in paese. «Carissimi Fedeli del Farneto, ho
ricevuto la vostra lettera e mi compiaccio del vostro
attaccamento alla Chiesa del Farneto. Per i lavori che fra
poco inizieranno la messa non potrà più essere celebrata lì.
Il container serve al momento come deposito di banchi e
sacre suppellettili in modo che non si deteriorino. Abbiate
perciò un pò di pazienza, tutto si sta facendo per il decoro
della vostra antica ed amata Chiesa». Dalla risposta
dell'Abate, che aveva preso a cuore la vicenda dei fedeli
così legati alla loro Chiesa, sono trascorsi 3 mesi e la
situazione nel frattempo è cambiata, visto che i lavori sono
terminati, ma il portone non si è riaperto ed il parroco ha
detto a chiare lettere ai fedeli che non intende tornare a
dire messa in quella chiesa, ha altre due parrocchie da
seguire e se vogliono possono andare a messa in una delle
altre chiese del paese. I fedeli tornano così ad invocare un
intervento del Vescovo ed Abate di Montecassino, perché
intervenga sul parroco per riportare la situazione alla
normalità. Anche perché disagi li stanno vivendo soprattutto
i bambini della zona che stanno facendo catechismo. Il
Parroco "pretende" di vederli ogni domenica a Messa, ma non
potendo andare alla Chiesa della loro zona, non sempre i
bambini hanno la possibilità di essere accompagnati dai
genitori in un'altra chiesa. Hanno riferito tra le lacrime
ai loro genitori che il parroco, se non vanno tutte le
domeniche a messa, non farà fare loro la Comunione o la
Cresima. Intanto i fedeli di Farneto stanno valutando
l'ipotesi di promuovere una raccolta di firme da inviare
all'Abate per chiedere il ritorno di Don Giuseppe, a cui
tutta la parrocchia era molto legata.
Valentina Prato
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