Domenica 18 Dicembre 2005

 

ROCCA D'EVANDRO/ Stanno pensando ad una petizione per chiedere il ritorno di don Giuseppe
Seconda domenica di preghiera in strada
I fedeli di Farneto continuano la loro pacifica protesta

 

I fedeli della Chiesa Santa Maria del Farneto di Rocca d'Evandro torneranno oggi a pregare in strada, davanti al portone chiuso di quella chiesa che, come racconta un'antica storia tramandata di padre in figlio, di nonno in nipote, neppure la Madonna vuole lasciare.
Una suggestiva storia quella che ci raccontano i residenti, i devoti di quella Madonna che, ogni anno assistono alle lacrime da lei versate ogni volta che esce da quella chiesa per la processione. Niente paura non si tratta di un caso da studiare, le lacrime non scorrono sul volto della bellissima statua, ma dal cielo sotto forma di pioggia. «E' vero - ci racconta una donna -ogni anno quando la statua della Madonna esce da quella chiesa puntualmente inizia a piovere. E i nostri genitori, i nostri nonni ci raccontano che è sempre successo così. Almeno poche gocce di pioggia, subito prima, durante o subito dopo la processione, ci sono sempre state. E' successo anche quando la statua è uscita quest'estate per essere momentaneamente trasferita alla Chiesa Madre per consentire l'inizio dei lavori di restauro». Tornando alla pacifica protesta dei fedeli, come dicevamo, oggi per la seconda domenica di seguito pregheranno in strada davanti a quella chiesa che il Parroco è intenzionato ad aprire soltanto il giorno di Natale e che, da quando sono terminati i lavori, non è ancora stata "restituita" ai fedeli.
Della vicenda si è molto interessato anche l'Abate di Montecassino a cui i residenti di Rocca d'Evandro avevano scritto un'accorata lettera. «Reverendissimo Padre è con vivo rincrescimento - si legge nella missiva inviata dai fedeli -che Le dobbiamo esprimere il nostro disappunto per la chiusura della parrocchia di Santa Maria del Farneto. Siamo certi che capirà il disagio di decine di anziani e non, che abituati alla frequentazione settimanale della Santa Messa, se ne trovano ora impossibilitati. Se tale chiusura è veramente giustificata dal restauro al quale la parrocchia dovrà essere sottoposta, ci permettiamo di suggerire l'uso alternativo del prefabbricato, sito in piazza De Nicola, già precedentemente adibito a tale uso. Siamo certi della Sua comprensione e sicuri di non dover andare oltre con le nostre rimostranze».
L'Abate si informò di quel che era accaduto, ed a settembre scorso rispose con una lettera che fu fatta pervenire in numerose copie in paese. «Carissimi Fedeli del Farneto, ho ricevuto la vostra lettera e mi compiaccio del vostro attaccamento alla Chiesa del Farneto. Per i lavori che fra poco inizieranno la messa non potrà più essere celebrata lì. Il container serve al momento come deposito di banchi e sacre suppellettili in modo che non si deteriorino. Abbiate perciò un pò di pazienza, tutto si sta facendo per il decoro della vostra antica ed amata Chiesa». Dalla risposta dell'Abate, che aveva preso a cuore la vicenda dei fedeli così legati alla loro Chiesa, sono trascorsi 3 mesi e la situazione nel frattempo è cambiata, visto che i lavori sono terminati, ma il portone non si è riaperto ed il parroco ha detto a chiare lettere ai fedeli che non intende tornare a dire messa in quella chiesa, ha altre due parrocchie da seguire e se vogliono possono andare a messa in una delle altre chiese del paese. I fedeli tornano così ad invocare un intervento del Vescovo ed Abate di Montecassino, perché intervenga sul parroco per riportare la situazione alla normalità. Anche perché disagi li stanno vivendo soprattutto i bambini della zona che stanno facendo catechismo. Il Parroco "pretende" di vederli ogni domenica a Messa, ma non potendo andare alla Chiesa della loro zona, non sempre i bambini hanno la possibilità di essere accompagnati dai genitori in un'altra chiesa. Hanno riferito tra le lacrime ai loro genitori che il parroco, se non vanno tutte le domeniche a messa, non farà fare loro la Comunione o la Cresima. Intanto i fedeli di Farneto stanno valutando l'ipotesi di promuovere una raccolta di firme da inviare all'Abate per chiedere il ritorno di Don Giuseppe, a cui tutta la parrocchia era molto legata.
 

Valentina Prato

 

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