IL GIALLO
Rocca d’Evandro. Un ritorno atteso 50 anni sulle montagne dell’Alto Casertano. Pochi mesi, ed è già forse di nuovo un addio. Ricordate nei mesi scorsi le numerose impronte segnalate per alcune settimane e poi quella carcassa di animale ritrovata in una delle valli di monte Camino, la montagna che separa Campania e Lazio? Bene, era effettivamente un raro (e protetto) esemplare di lupo. La risposta ufficiale è arrivata ieri al Comune di Rocca d’Evandro dal servizio veterinario del Parco nazionale d’Abruzzo, con in allegato il referto necroscopico eseguito presso l’istituto zooprofilattico sperimentale «Caporale» di Teramo. La causa della morte non lascia dubbi: nello stomaco e nel fegato dell’animale sono state ritrovate massicce dosi di Diazinon, un decesso causato quindi da avvelenamento per ingestione di un potente pesticida organofosforico utilizzato in vari settori dell’agricoltura (l’insetticida mescolato e unito a pezzi di carne diventa una micidiale polpetta, come quelle tante volte utilizzate per le stragi dei poveri cani e gatti randagi). Poiché si tratta di un animale protetto l’intera documentazione relativa all’avvelenamento del lupo di monte Camino è stata inviata dal Parco nazionale d’Abruzzo a vari enti e organi interessati, tra cui, per le indagini del caso, anche alla Procura della Repubblica di Cassino. La carcassa dell’animale è stata ritrovata nei mesi scorsi (dopo alcune denunce di aggressioni ad allevamenti locali) in località «Bocca di Piano» dagli agenti della polizia municipale di Rocca d’Evandro. ILDEBRANDO CAPUTI
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