Giuseppe Fargnoli 1911

 

 

Copertina della Relazione

del Dott. Giuseppe Fargnoli

Cassino, Tipografia L. Ciolfi 1911

 

Cenni descrittivi di Rocca d'Evandro tratti dalla Relazione "Sullo stato Igienico - Sanitario del Comune di Roccadevandro, in rapporto ad una eventuale epidemia di Colera", scritta dal Dott. Giuseppe Fargnoli, Medico e Ufficiale Sanitario di Rocca d'Evandro, nel 1910 e pubblicata dalla

tipografia L. Ciolfi nel 1911

 

 

II nostro Comune consta di tre centri abitati (Roccadevandro - Cucuruzzo - Camino) e di innumerevoli case sparse od aggruppate in piccoli nuclei, le quali ospitano quasi i due terzi dell'intera popolazione del Comune, che contava 3622 abitanti, con l'ultimo censimento.

I 50 Kilometri quadrati di cui consta la superfìcie sono ripartiti disugualmente in montagna o nei colli, o in pianura.
Nella importante pianura del fiume nostro, (Garigliano) rigogliosa di messi, perché sottoposta ad intenso lavoro agricolo, ma non per questo completamente immune di malaria, mancano zone abitate, perché l'uomo, cacciato dalle piene e dal miasma, si è ritirato sulle colline pedemontane che la recingono.
Piacevoli casette s'incontrano a luccicare sui colli lieti e verdeggianti, ed esse rappresentano il caratteristico del Comune: quasi ne crescono tutti i giorni, come da semi fecondi di grano.
Il nucleo vero però degli abitanti è sulle montagne, anche la dove esse sono denudate di terreno vegetale, o rese calve, dalla scure devastatrice, dei loro boschi.
Il Garigliano solca le nostre campagne e le confina: una catena di monti, diramazione dell’appennino centrale, ci divide dai tenimenti dei limitrofi comuni di Mignano, Galluccio e Sessa.
Il Comune gode di un Clima generalmente mite in grazia della sua posizione geografica, della sua orografia, delle catene montuose ed in parte boscose che lo recingono da ogni lato, eccetto da quello marittimo e che lo attraversano verso nord-ovest, difendendolo così dai venti freddi settentrionali o rompendone e mitigandone la intensità.
La Temperatura media annuale è presso che costante di 16 gradi, e quindi tra le più discrete della Provincia.
Essa manca di rapide oscillazioni, ed a me stesso, che ho avuto la perseveranza di studiarla quasi ogni giorno, in cinque anni, mai è riuscito rinvenire una oscillazione superiore, anche in casi eccezionalissimi, a due gradi, tra una giornata e l'altra successiva.
E quindi di fronte alle più dolci e celebrate regioni climatiche della Provincia la nostra Rocca, lieta e dilettosa, è quella che gode di una temperatura tra le più salubri, con uno dei più tepidi inverni e delle meno ardenti estati, con le minori variazioni giornaliere, mensili ed annuali.
E' ben naturale però che tali pregi della sua temperatura, la mettono a maggior cimento di lotta contro malattie che a tale temperatura prosperano e si diffondono.
L'altitudine è da un minimo di pochi metri, ad un massimo di circa 700 metri
sulle montagne di Camino; dove è un aggregato di case abitate (Colle).
Io debbo sorvolare sullo stato generale delle campagne, sulle coltivazioni, perché tanto esulerebbe dal compito prefìssomi, e mi prometto di trattarne in altra circostanza.
Debbo però soltanto dire che in generale si può affermare che lo stato delle campagne del Comune, è salubre, e perciò in favorevoli condizioni igieniche si svolge il lavoro agricolo, intenso nelle regioni.
Infatti la cultura, più o meno intensiva, nutre e mantiene sana quasi tutte le zone del Comune che si prestano all'industria agricola.
Quasi ogni coltivazione è possibile nel nostro terreno fecondo. Tutti i cereali, tutte le leguminose, compreso il lupino, ogni specie di pianta foraggiera, vigna alta e bassa, frutta di molte qualità e squisite, ortaggi ed agrumi, presperano vigorosamente, rapidamente sul nostro suolo, dove un tempo admirabatur Liberi patris cum cecere certamen.
Né, sotto il riguardo dell'igiene generale delle campagne, esistono culture che possano in qualsiasi guisa offenderla, giacché nel Comune è rara l'irrigazione, e, dove si compie, essa procede regolarmente.
Anzi il tormento continuo, al quale è sottoposto l'inesauribile seno di questa terra, fa sì che essa, sconvolta frequentemente dal vomero e dalla vanga, si risani continuamente in contatto degli agenti atmosferici.
Ed essa, così trattata, funziona come ricettacolo immenso e come efficacissimo campo di depurazione biologica, e di utilizzazione economica di tutti i rifiuti solidi e semisolidi della popolazione.
Circa l’alimentazione dirò brevemente ch'essa è completa, sotto il riguardo fisiologico, se non sempre sufficiente: ed in generale predomina quel genere di alimentazione che è strettamente ligato alla cultura e produzione del proprio terreno.
Si mangia, della grande maggioranza, pane ottenuto da farine di grano e, specialmente nelle regioni montuose, di granturco.
Ma non v'è da notare alcun notevole difetto nella qualità del pane, giacché in generale non presenta difetto né di preparazione, né di cottura, né di conservazione.
La carne entra più o meno abbondantemente nella alimentazione della classe abbiente ed operaia, ma essa esula quasi completamente dal desco della popolazione strettamente campagnuola.
Né insufficienti sono i condimenti; massime come aromi diretti a rendere più saporite ed eccitanti le vivande, giacché questi sono abbondantemente prodotti dal suolo. Il condimento di grassi è rappresentato dal grasso dei suini, e dall'olio di uliva.
La Bevanda ordinaria dei lavoratori della terra, in generale, è l'acqua. Il Vino sobriamente in generale, rallegra soltando la loro Domenica. L'uso di bevande alcooliche è quasi sconosciuto.


Popolazione e sua distribuzione
Movimento demografico


Come già dissi, la popolazione raggiunse

i 3622 abitanti, ed essa è così distribuita:

 

 

1. Roccadevandro centro

abit.

805

  circa

 

    Case sparse e piccoli
    agglomeramenti

  “ 590

     “

 

2. Cucuruzzo centro

  “ 550

     “

      Case sparse   “ 950      “
  3. Camino centro   “ 329      “
      Case sparse e piccoli
    agglomeramenti
  “ 398      “
     

               ------

   Totale 3622 


É notevole la nota demografica della grande quantità di abitanti sparsi, contro la poca popolazione agglomerata.
Tale stato di cose si spiega facilmente ove si consideri che quasi tutti gli abitanti vivono di lavoro agricolo. Essi quindi preferiscono trattenersi direttamente sui loro campi, sopra ognuno dei quali hanno costruito la loro casetta, sorvegliano il rispettivo armento, e piano piano si abbelliscono di comodità necessarie alla vita.
Non vi è quindi lembo, nell'immenso territorio, che non abbia una casetta, e che questa non sia abitata.
Ora la montagna, la collina, il piano, la sponda del fiume, imprimono un movimento diverso alla popolazione abitante in tali zone, non solo come speciali e quasi indelebili note etniche, ma anche come andamento della mortalità in genere e di quella per malattie trasmissibili in specie.
Si comprende agevolmente come l'agglomeramento umano è causa di insalubrità negli abitanti, e di più agevole trasmissione delle malattie infettive.
Ma non bisogna dimenticare che i piccoli gruppi di popolazione, ossia i piccoli gruppi di abitazione, borgatelle, cascinali, case sparse, se godono di alcune più favorevoli condizioni igieniche generali, sono, d'altra parte, trascurate dalle amministrazioni Comunali per gran parte delle opere e delle misure occorrenti per garentire l'igiene dell'abitato, la provvista di acqua potabile, la rimozione di immondizie, l'assistenza pubblica ecc.
E perciò quindi non dovrà arrecar meraviglia se molte malattie infettive si diffondono più in campagna che in paese.
La mortalità del Comune, in questi ultimi anni, è diminuita moltissimo, e tale diminuzione è ancora più importante ove si rapporti al numero delle nascite, che è anzi in aumento.
Essa però potrebbe diminuire ancora di più, come in qualche altro paese più progredito.
Questo fatto dovrebbe essere un monito alla pubblica Amministrazione, affinchè non rimanca clamante nel deserto la querela dell'igienista; né resti isolato lo sforzo del sanitario, cui certo si deve parte non scarsa del miglioramento finora ottenuto.
L'Emigrazione, che nel passato anno s'èra quasi arrestata, adesso si ridesta, ed è un bene. Essa è un progresso per lo stato sanitario del paese, giacché diminuisce nell'abitato l'addensamento di popolazione, e ne migliora le condizioni economiche ed igieniche.

 

(Cortesia Dott. Giandomenico Fargnoli)

 

Nota: Le descrizioni antiche di Rocca d'Evandro, pubblicate su questo sito, sono state trascritte

 rispettando le caratteristiche formali e grammaticali delle opere originali consultate.

 

 

   


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