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10 Maggio 2007 | ||
8 MAGGIO 2007: III CENTENARIO DEL MIRACOLO DI SAN ROCCO ROCCA D’EVANDRO IN FESTA
“Ricorrendo il 3° centenario del prodigioso evento dell’8 maggio 1707, quando nella Chiesa Parrocchiale di Roccadevandro dal ginocchio sinistro della veneranda statua di San Rocco cominciò a uscire una manna miracolosa; Considerata la grande e diffusa devozione che i fedeli della Parrocchia e di tutto il circondario nutrono per il Santo taumaturgo; Venendo incontro alla richiesta fattami, anche a nome dei fedeli, dal Parroco don Giorgio Vargas
Con il Presente Decreto Costituiamo Patrono di Roccadevandro san Rocco Confessore Con i privilegi liturgici inerenti alla annua Solennità.
In fede di quanto sopra
Dalla nostra Sede di Montecassino 8 maggio 2007 Bernardo D’Onorio, Vescovo Abate di Montecassino”
ha comunicato don Benedetto Minchella, Direttore dell’Ufficio Liturgico, alle ore 20,30 di martedì 8 maggio 2007 in Piazza Fanelli, dando lettura integrale del documento originale ovvero della Bolla emanata dall’Abate Vescovo di Montecassino don Bernardo D’Onorio, a conclusione della Santa Messa e della Processione per le vie del Centro Storico. Tra le circa 1.000 persone presenti, la proclamazione ufficiale è stata accolta con lungo e caloroso applauso a coronamento dell’altra storica notizia inerente la custodia per sempre della Santa Reliquia nella Chiesa Madre di S. Maria Maggiore. Nel corso della omelia, il Padre Abate ha parlato delle tappe salienti della vita del Santo nato ricco e benestante, coltivato negli studi, che, chiamato dal Signore, abbandona tutto, sull’esempio di San Francesco di Assisi per dedicarsi ai poveri e ai malati bisognosi di cure fisiche e morali spirituali; il suo desiderio è di incontrare il Santo Padre a Roma dove viene a piedi; non si ha contezza dell’incontro con il Papa, ma è accertato che, nel viaggio di ritorno verso Montpellier, si ferma a Piacenza dove assiste i malati di peste e dove, purtroppo, viene osteggiato e perseguitato. La sua vita è un esempio di amore per il prossimo, e i suoi insegnamenti sono tuttora attuali in una società che deve guardare con particolare attenzione a tutti coloro che soffrono e che hanno bisogno di aiuto. Il concetto di “santità” non è astratto né tanto meno lontano, bensì è costituito dall’esempio di una vita condotta nel solco del Vangelo. Il Vescovo ha infatti testualmente detto: “…doveva essere quest’ora, l’ora dell’Ave Maria quando dalla statua di San Rocco, portata in processione, cominciò ad uscire dalla gamba sinistra un liquido miracoloso che fece cessare le continue piogge, la peste ed altre malattie. Un vero prodigio del Signore, operato attraverso la potente intercessione di San Rocco che da tutti, con fede, con digiuni e penitenze, veniva invocato. E oggi, a distanza di 300 anni siamo qui a ricordare lo straordinario e miracoloso evento della manna uscita dalla gamba della statua, ma siamo soprattutto qui a festeggiare un Santo, cioè un Santo che nella vita visse con radicalità il Vangelo di Gesù, a ricordare oggi a noi che la santità è possibile…”. Per l’occasione solenne del III centenario del Miracolo, l’Abate ha deciso di promulgare l’Indulgenza Plenaria per tutti i fedeli che si sono confessati e che hanno ricevuto il corpo di Cristo. La Santa Messa è stata celebrata sul palco posto sotto il Tiglio “la teglia” di Piazza Fanelli con alle spalle la vecchia fontana e piazza Corte d’Abate, alla presenza dei sacerdoti Monsignore Adamo Gizzarelli (Vicario Generale), Monsignore Domenico Simeone (Vicario Episcopale per la Pastorale), Monsignore Lucio Marandola (Vicario Foraneo), don Giuseppe Giliberti (già parroco della Chiesa di S. Maria Maggiore), don Giovanni Coppola (già parroco della Chiesa di SS.Salvatore di Cocuruzzo), don Miche Tancau (parroco delle Chiese di Camino, Cocuruzzo e Mortola), don Benedetto Minchella (Direttore dell’Ufficio Liturgico), don Remo Marandola (parroco della Chiesa S. Maria La Nova di S. Elia Fiume Rapido) e don Giorgio Vargas (animatore, coordinatore e principale artefice dei festeggiamenti).
Il Coro, disposto sulle scale e sul sacrato della Chiesa, con al centro l’organo condotto dal giovane Riccardo Soave, si è avvalso del contributo dei componenti i Cori Parrocchiali di S. Maria Maggiore e di San Giuseppe sotto la guida unica di Giuseppe (Pino) Capaldo, ha fornito un apprezzabile esempio di simbiosi e di valido contributo.
La Processione, costituita da una inverosimile moltitudine di fedeli, si è snodata lungo le storiche e belle viuzze del Centro Storico, per l’occasione tirate a lucido e invase da fiori e palloncini, da coriandoli e strisce multicolori, da luci e drappi colorati. Essa ha percorso lo storico itinerario, in senso inverso rispetto a quello degli ultimi decenni, così come fatto anticamente (piazza Fanelli, via Maggiore, via S. Margherita, via S. Antonio, via Pietra Maiorana, via Lavatoio, via Gelsi, piazza Torrione, via Roma e piazza Fanelli). Il cerimoniale è stato curato, con atteggiamento sicuro e, a volte, “severo” da Antonio Miele, ovvero da “Tonino il maresciallo”.
Singolare e toccante è stata l’immagine dei “sacerdoti di Rocca d’Evandro” che, all’inizio e alla fine della Processione, hanno portato, anche se per pochi metri, la Statua di San Rocco nella seguente disposizione : avanti, i fratelli don Lucio e don Remo Marandola, nel mezzo don Giuseppe Giliberti e don Michele Tancau, dietro don Domenico Simeone e don Adamo Gizzarelli.
La presenza dei gonfaloni della Associazione “Amici di San Rocco” e delle Parrocchie di Rocca d’Evandro hanno dato l’idea inequivocabile della presenza, in forte rappresentanza, di tutte le contrade del Comune! Le preghiere, stimolate e dirette dalla voce limpida, anche se non sempre comprensibile del Vescovo (quasi gracchiante a causa del megafono forse debole per essere sentito a distanza di centinaia di metri), sono state recitate dai fedeli - disposti su due lunghe file - con inusitata devozione. Le pietre, i portali, le scale - quasi tutti di fattezze gentilizie - hanno rappresentato lo scenario indimenticabile della storica giornata in onore di San Rocco. La presenza, poi, della Dr.a Maria Elena Stasi (Prefetto di Caserta), e delle seguenti autorità (con la fascia tricolore o di rappresentanza, con i rispettivi Gonfaloni): Cav. Carmine Domenicano (Sindaco di Rocca d’Evandro), Antonio Marandola (Consigliere, in rappresentanza della Amministrazione Provinciale di Caserta), Vincenzo D’Errico (Presidente della Comunità Montana “Monte S. Croce” di Roccamonfina) accompagnato dal Vice Presidente Ugo Marandola e dal Consigliere Luigi La Cerra, Bruno Scittarelli (Sindaco di Cassino), Roberto Campanile (Sindaco di Mignano Montelungo), Biagio Del Greco (Sindaco di S. Ambrogio sul Garigliano), Enzo D’Alessandro (vice Sindaco di Vallemaio), Renzo Maccarelli (Sindaco di Presenzano), Ludovico Feole (Sindaco di Roccamonfina), ha reso la Manifestazione, avente come scopo primario l’aspetto puramente spirituale, ancora più importante perché dovutamente partecipata ed avvertita anche dal punto di vista istituzionale.
La sosta sulla panoramica piazza del Torrione è stata allietata dai fuochi pirotecnici curati dalla ditta “Monfreda e Figli” di Calvi Risorta (CE). Lo spettacolo fatto da rosoni, miriadi di stelle, crepitii e colpi luminosi con sullo sfondo la valle del Garigliano e l’Abbazia di Montecassino, è stato seguito da fedeli niente affatto esausti dalla lunga processione, con gli sguardi rivolti all’insù. Tuttavia, si è avvertito un certo rammarico dovuto alla coincidenza dei fuochi con l’ora del tramonto; sicuramente la presenza della luce solare ha impedito di apprezzare al meglio le varie tonalità dei colori.
Non c’è stato alcun momento di ressa o di ostacolo allo spostamento delle persone in quanto, per la prima volta, i fedeli accorsi da ogni contrada comunale sono stati trasportati da Piazza E. de Nicola a Piazza Torrione tramite navette – in numero di 3 – con la presenza di guide-accompagnatori costituiti da giovani delle varie Associazioni operanti sul territorio (Centro per la gioventù, Castel S. Salvatore, Sandro Pertini, Federico Fellini) e coordinati dalla Associazione Pro-Loco che ha fornito un apprezzabile contributo per la riuscita delle Celebrazioni. Un cenno particolare va rivolto al Nucleo Comunale di Protezione Civile, coordinato dall’assessore comunale Livio Marrocco, che, coadiuvati dal personale fornito dalla Pro-Loco, hanno svolto un lavoro di sicurezza all’insegna della serenità e con molta accondiscendenza verso i bisogni delle persone, con particolare riguardo ai giovanissimi e agli anziani (alcuni accompagnati finanche in Chiesa o ai bagni pubblici posizionati in numero di 4 sul "Torrione" e in numero di 3 in Piazza S. Margherita). La Polizia Municipale, coordinata dal M.llo Francesco Teoli e i Carabinieri, sotto la guida del comandante M.llo Giuseppe Vendittelli, hanno assicurato l’ordine pubblico, benché non vi sia stato alcun episodio da dover essere menzionato. A causa della presenza preventivata di un gran numero di fedeli, l’ASL di Caserta –CE1- ha assicurato per tutta la giornata la presenza di una autoambulanza del 118!
Il ritorno in Piazza Fanelli - “la bomboniera vestita a festa” - già illuminata a giorno dagli archi e dalle lampade curate dalla ditta Urbano di Piedimonte San Germano, si è svolto in modo composto ed ordinato. Gli organizzatori hanno provveduto a distribuire l’opuscolo a colori “III Centenario del Miracolo di San Rocco Protettore di Rocca d’Evandro: 8 maggio 1707 > 8 maggio 2007” curato da don Faustino Avagliano, archivista e padre priore di Montecassino.
Prima del ritorno in Chiesa della Statua e della Reliquia per il bacio di rito, ognuno ha atteso il saluto finale da parte dell’Abate Vescovo di Montecassino. La Bolla e l’ attestato - diviso in 3 parti - inerente la copia del documento ufficiale custodito negli Archivi di Montecassino del Verbale redatto dal notaio Nicola Camposelli in data 9 maggio 1707 dell’avvenuto miracolo, sono stati donati al Sindaco di Rocca d’Evandro dal Vescovo Abate. I documenti, in numero di 4, sono posti in distinti quadri.
Il saluto del Sindaco di Rocca d’Evandro e i ringraziamenti da parte del parroco don Giorgio Vargas hanno concluso l’aspetto puramente cerimoniale nel migliore dei modi.
Le autorità civili e religiose sono state, poi, ospitate nei locali della Associazione Pro-Loco, alla presenza del suo Presidente Emanuele Marandola, per un rinfresco preparato dalle abili mani delle donne del luogo che amorevolmente hanno così fatto apprezzare le specialità culinarie tipiche del Comune.
L’Annullo Postale, a ricordo storico delle Celebrazioni, si è tenuto nei locali della “Casina” (sormontata dal magnifico arco e dallo storico balcone) dalle ore 15,00 alle ore 21,00 con la presenza di funzionari postali a ciò appositamente destinati dalla direzione provinciale.
Pur trattandosi di un giorno lavorativo, non poche persone, tra cui i soliti e conosciuti cultori del circondario, hanno apprezzato pezzi di Musica Classica forniti dal “Gran Concerto Bandistico Città di Bracigliano” (SA) che, con il già preventivato successo dovuto ad una notorietà nazionale, si è esibito fino alla mezzanotte.
8 maggio 2007, una giornata dunque memorabile per la comunità di Rocca d’Evandro! Una giornata che, seguendo il programma già stabilito, si è aperta alle ore 7,30 con la Processione che da Piazza S. Margherita ha portato la Statua di San Rocco nella Chiesa di S. Maria Maggiore, così come avvenuto 300 anni or sono, e a seguire la Santa Messa celebrata dal parroco don Giorgio. Occorre a tal proposito precisare che la Processione con la Statua si è mossa da piazza S. Margherita (dove esisteva la Chiesa di S. Margherita del Carmine, oggi scomparsa, e da dove l’8 maggio 1707 era partita la Processione verso la Chiesa di S. Maria Maggiore). La Statua del Santo, a tarda ora del giorno prima - 7 maggio – era stata portata nella ex Chiesa di S. Antonio appena dopo la Veglia di Preghiera effettuata nella Chiesa Madre e presieduta da Mons. Domenico Simeone, vicario episcopale per la Pastorale.
L’apertura, in Piazza Fanelli, della Mostra “Esposizione Oggetti in Ceramica”, organizzata dalla Scuola Media “E. Fieramosca” sotto la guida del vice preside prof. Benedetto Di Paola e del prof. Franco Matticoli e con il patrocinio della Associazione Pro-Loco, ha attirato l’attenzione di tutti in quanto gli oggetti esposti sono risultati essere di buona fattura e, alcuni, rappresentavano l’evento miracoloso, San Rocco e scorci del Centro Storico.
La Santa Messa delle ore 11,00, celebrata in una Chiesa gremita come non mai, dal Vicario Generale Mons. Adamo Gizzarelli ha visto la presenza di molti alunni dei plessi delle scuole elementari e della scuola media (a cui il Comitato Festa ha donato dei Kit contenenti libretti e testimonianze dell’evento, nonché bibite e alimenti), dei rappresentanti del “Consiglio Comunale dei Ragazzi” con a capo il Sindaco-baby Marika Delicato, e, nei primi banchi posti a destra dell’altare, di una ventina di persone disabili (tra cui molti giovani) accompagnati da solerti educatori. Tanti e tanti erano i fedeli che la parte centrale posta tra le due file di banchi era completamente occupata fino ai piedi dell’altare. In tale inaspettata situazione, don Adamo, durante l’omelia, ha ricordato del suo grande attaccamento a San Rocco e del fatto che in questa Chiesa ha ricevuto i sacramenti del Battesimo, della Comunione e della Cresima; la presenza di tanti fedeli suscita in Lui gioia e forte desiderio di preghiera per il Santo di Montpellier. Ha suggerito, poi, brevi riflessioni non più importanti al suo dire di tutte quelle ascoltate e che “non devono sostituire quelle del vescovo”. E’ oltremodo interessante riportare le parti salienti della sua omelia che è stata seguita con grande e devota attenzione. Egli, tra l’altro, ha detto : “ Il centro della celebrazione è sempre il Cristo come ha suggerito e scritto Giovanni Paolo II affidando il programma al terzo millennio. Cristo è il centro, e i Santi ? I Santi non ci appartengono, i Santi non esistono per se stessi. San Rocco nella sua vita non ha mai desiderato ed immaginato di essere un giorno venerato in tante Chiese. I Santi sono la proiezione, l’incarnazione della Santità di Dio e del suo figlio, in comunione con lo Spirito Santo. Dicono che il Vangelo è possibile, è storia. San Rocco cancella e rovescia la mentalità corrente secondo la quale il Vangelo è un ideale, una utopia, una impossibilità di vita, non con un trattato di mistica o di teologia, ma con la stessa vita. Ha detto dai tempi della sua giovinezza : voglio incontrare Cristo, il Papa a Roma e lungo la strada uomini e donne tutti fratelli. Cammina, cammina, cammina insieme con i Magi moderni per trovare un Cristo adulto non più bambino lungo le strade del mondo. Abbiamo bisogno di dire Grazie a San Rocco non tanto per i miracoli ottenuti dalla sua intercessione, ma soprattutto perché ci ha insegnato a trovare ed amare il Cristo. Una preghiera e un Miracolo per noi oggi. La preghiera è per tutti noi, per tutti quelli che si sono inginocchiati sui banchi di questa Chiesa e ci hanno trasmesso una grande eredità di fede. Il miracolo? Senza la Fede, nessun miracolo è possibile. Allora, ottienici o Glorioso San Rocco il necessario miracolo di aver fede, così ogni miracolo sarà possibile”.
Al fine, poi, di concorrere, nello spirito dell'insegnamento fornito da San Rocco Protettore a sviluppare sempre di più i sentimenti di unione e di solidarietà l'associazione Pro-Loco, di concerto con il Comitato Organizzatore, con il Comitato Festa e con il parroco don Giorgio Vargas, ha organizzato - nell'ambito delle manifestazioni - un Torneo di Calcetto che ha visto impegnati i giovani di tutte le parrocchie comunali e che ha interessato i campi di S. Giuseppe, Mortola, Cocuruzzo e Centro Storico.
Il pensiero del Comitato Organizzatore, del Comitato Festa, della Associazione Pro-Loco e dei fedeli è già rivolto al 16 agosto 2007, giorno di tradizionali festeggiamenti benché sia oramai radicata una verità:“…i privilegi liturgici inerenti alla annua solennità” comporteranno di sicuro una presa d’atto da parte dell’Amministrazione Comunale di Rocca d’Evandro che, sotto l’impulso e l’indicazione data dal vescovo diocesano tramite la Bolla, provvederà a riconoscere il giorno 8 di maggio quale festa patronale! Ciò non costituirà, di certo, una rottura con la tradizione che vuole la festa cadere il 16 agosto, bensì ufficializzerà ancor più l’importanza dell’evento dell’8 maggio 1707, giorno del Miracolo di San Rocco Confessore e Taumaturgo!
San Rocco Patrono del Comune di Rocca d’Evandro!
La Bolla Vescovile potrebbe sembrare solamente una testimonianza ufficiale in aggiunta rispetto alla storia precedente. Così non è in quanto ripercorrendo la storia sappiamo che “…i Sindaci dell’attuale territorio del Comune di Rocca d’Evandro, con il consenso dell’Abate di Montecassino, datato 28 luglio 1691, decisero di solennizzare S. Rocco e di festeggiarlo il 16 Agosto…”. Il miracolo dell’8 maggio 1707 incrementerà ancor più il culto a S. Rocco come Patrono, mantenutosi vivo fino ai nostri giorni! Tuttavia, occorre dire che San Rocco è stato per lungo tempo festeggiato solamente in una parte del territorio comunale in quanto è solo con Regio Decreto n°. 104 del 4 maggio 1811 che i Comuni di Camino e di Cocuruzzo verranno riuniti a Rocca d’Evandro! Oltretutto la storia recente ci dice, a dimostrazione di quanto asseriamo, che solamente nel corso dell’anno 1974 viene istituita la Parrocchia di Casamarina (S. Giuseppe) e che la parrocchia di S. Maria La Nova di Camino, appartenente alla Curia Vescovile di Teano, solo in data 7 maggio 1977 viene a far parte di Montecassino con decreto papale della Sacra Congregazione. La Bolla emanata, allora, dal Vescovo Abate di Montecassino, don Bernardo D’Onorio, ha un grande e significativo valore! Essa giustamente dice “…Con il Presente Decreto Costituiamo Patrono di Roccadevandro san Rocco Confessore Con i privilegi liturgici inerenti alla annua Solennità…” Prof. Ugo Marandola |
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