Credenze popolari Tratto dal libro "MIGNANO MONTE LUNGO - STORIA, TRADIZIONI E IMMAGINI" di Lina Maiello Edizioni CI.ESSE.TI. - Napoli 1984
Una donna bella, una persona fortunata o capace che aveva raggiunto un'elevata posizione sociale o economica, doveva guardarsi dal malocchio, che si manifestava con violenti dolori alla testa. Vi erano comunque anziani esperti che conoscevano una formula segreta. Riempivano un piatto fondo di acqua e un cucchiaio di olio d'oliva. Recitavano poi delle preghiere segrete mentre intingevano un dito nell'olio e ne lasciavano cadere una goccia nell'acqua. Se l'olio tendeva ad espandersi, c'era il malocchio, se la goccia invece rimaneva ristretta non era quella la causa del male. Oltre all'olio si potevano usare anche chicchi di grano. Questi venivano buttati nell'acqua e se da essi fuoriuscivano delle bollicine che si gonfiavano, c'era il malocchio. Chi conosceva la formula della preghiera poteva tramandarla ad altri. La rivelazione però doveva avvenire nella notte di Natale, altrimenti l'esperto perdeva i suoi poteri. Quando la causa dei mal di testa non era il malocchio, si trattava degli effetti di una fattura, cosa molto piu grave e pericolosa. Per molti decenni, in epoca imprecisata, la persona colpita si recava a Mortola, una frazione di Rocca d'Evandro, dove vi era un mago capace di scongiurarla. I suoi rimedi consistevano in miscugli di alimenti naturali da bere o mangiare a dosi, come una cura medica.
Un'altra
credenza era quella di pensare che chi nasceva a mezzanotte del 24
dicembre era destinato a diventare "lupo mannaro", se maschio, e "ianara"
se femmina. Ancora oggi i mignanesi dicono che nel loro paese di notte
gira questo fantastico uomo-animale che si lamenta e si rotola sopra i
mucchi di spazzatura, ma non aggredisce le persone. Il canto della "ciucciuvettula" (civetta) veniva ritenuto di malaugurio per la casa verso cui l'animale guardava. Si credeva anche che una lucertola a due code portasse fortuna a chi la vedeva. Sempre secondo la credenza popolare chi nasceva il 25 gennaio, giorno della sagra di San Paolo, avrebbe avuto la fortuna di non essere mai morso dai serpenti, anche prendendoli in mano. Dai serpenti erano immunizzati anche i pochi che conoscevano una preghiera segreta da recitare in loro presenza. Quelli che invece non conoscevano la preghiera, se ammazzavano un serpente, non potevano passare più per luoghi boscosi perchè sarebbero stati individuati, anche a lunga distanza, dai serpenti e da loro perseguitati.
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