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Testimonianze

Gen. Giovanni Berlettano

dal Libro "RISALENDO L'ITALIA CON LE TRUPPE ALLEATE"  Ed. L. Tinarelli - 1966

 

3 - LA BATTAGLIA DI MONTE CAMINO
Le prime azioni contro la linea « Gustav » nel settore di M. Camino ebbero inizio il 3-4 novembre 1943. Il 5 vi fu un vero e proprio attacco che ottenne degli ottimi successi iniziali. I Tedeschi, presi di sorpresa e colpiti dall'artiglieria nei loro punti nevralgici, furono costretti ad abbandonare tutte le posizioni avanzate. Ma l'attacco, che necessitava di una maggiore alimentazione per essere spinto in profondità, non arrivò al cuore della posizione. Sicché i pur valorosi fanti della 56a divisione, sottoposti ad un costante fuoco di mortai,  particolarmente efficace data la natura calcarea della monta-

Generale G. Berlettano

1902-1993

gna, furono costretti ad abbandonare le posizioni che avevano conquistato di slancio.

 

…Il mese di novembre, fallito il primo attacco contro Monte Camino, venne impiegato da parte britannica alla organizzazione di un nuovo attacco.
Anche i Tedeschi, logicamente, rafforzavano le loro posizioni difensive; ma il tempo giocava più a favore degli attaccanti che disponevano di una stragrande superiorità di mezzi; si trattava solo di farli affluire. Il lavoro dei Tedeschi non poteva più svolgersi indefessamente come i giorni precedenti perché erano tenuti sotto il tiro costante dell'artiglieria che ne limitava i movimenti.

…La sera del 6 dicembre 1943 ebbe inizio con una sinfonia tambureggiante di 400 cannoni che, pari ad una eruzione vulcanica, vomitarono fuoco contro M. Camino.
Dopo poco iniziò l'attacco delle fanterie sferrato, questa volta, con due divisioni, la 46a e la 56a, e, quindi, sviluppato su un fronte più vasto; proprio su quel fronte di 15 kilometri sul quale avevamo lavorato nella raccolta delle notizie.
L'artiglieria già produsse i suoi effetti sui sempre accaniti difensori; quelli che non erano stati messi fuori combattimento si trovarono pressoché storditi. Nondimeno la resistenza fu ugualmente accanita, avendo il suo punto di forza nel fuoco dei mortai, difficilmente localizzabili e, di conseguenza, non neutralizzabili dal fuoco di artiglieria e mortai alleati.
L'attacco questa volta era stato più metodico e più abbondantemente alimentato sia dal fuoco delle armi di accompagnamento, sia dal maggiore scaglionamento in profondità dei battaglioni di fanteria. Non solo, ma essendo stato portato su più ampia fronte il fuoco dei mortai tedeschi risultò in un certo senso diluito, il che permise di superare, senza gravi perdite, quei momenti critici che un mese prima avevano smorzato e poi arrestato l'attacco della 56a divisione.
Dopo due giorni di lotta accanita M. Camino era tutto in mano alleata.
In quel settore subentrò il corpo d'armata francese per l'attacco definitivo che condusse gli alleati a Roma. La divisione di questo C. A. che occupava la zona di M. Camino, ammirata dal valore col quale era stato condotto l'attacco dai Britannici in un terreno aspro e conscia dell'importanza di quel monte ai fini del successivo attacco (ne costituiva una valida base di partenza), pose la seguente lapide:
 

AUX COMBATTENTS BRITANNIQUES
TOMBÉS GLORIEUSEMENT AU M. CAMINO
NOVEMBRE - DECEMBRE 1943
LES GOUMS MAROCAINS

 

 

 

Fotografie: Imperial War Museum
 

1-VIAGGIO SOLITARIO

2-IL LAVORO HA INIZIO

3-LA BATTAGLIA DI MONTE CAMINO

4-ARRIVA IL NATALE

 

 


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